Sermattei, Adriano – Vescovo (Assisi, ca. 1680 – Viterbo, 9 apr. 1731).

Uditore e vicario generale del cardinale Michelangelo Conti a Viterbo, il 12 feb. 1713 fu eletto vescovo di S. Donnino e il 15 marzo 1719 trasferito nella diocesi di Viterbo, dove fece il solenne ingresso l’11 maggio. Il 14 apr. fu nominato da Clemente XI prelato domesti­co e assistente al soglio pontificio; gli fu inoltre conferito il titolo di conte. Nel sett. 1719 ricevette nella diocesi il deposto re d’Inghilterra Giacomo III insieme alla moglie Maria Clementina Sobieski, figlia del re di Polonia, diretti a Roma; il 5 maggio presenziò alla consacrazione della chiesa col­legiata di Vetralla dedicata a S. Andrea. Nel 1720 condusse la prima visita pastorale che poi ripeterà nel 1729. Aveva assunto l’impegno di erigere un Monte di pietà nella sede di Tuscania che non riuscirà a rispettare, com’era già accaduto ad altri vescovi prima di lui e come accadrà successivamente.

Confer­mato nel 1721 nella carica di assistente al soglio da Innocenzo XIII, nel 1723 compì la prima visita ad limina, il 9 novembre dell’anno successivo presie­dette il sinodo, già convocato per l’aprile 1723 e poi prorogato su richiesta dei Conservatori di Viterbo (Constitutiones editae ab illustriss. et reverendiss. D.D. Adriano Sermatthaeio …In Dioecesana Ssynodo habita in ecclesia cathedrali viterbiensi diebus IX.X.XI mensis novembris anno Domini MDCCXXIV. Accesserunt acta synodi cronologia episcoporum viterbien. ac tuscanen. nec non variae appendices, Viterbii, Ex typographia episcopali haeredum Julii de Juliis, 1725). La dedica è a Benedetto XIII che dei sinodi diocesani era stato non solo propugnatore ma testimone esemplare nel corso del suo episcopato beneventano.

Nella giornata conclusiva del sinodo celebrò il trasporto delle reli­quie dei santi Valentino e Ilario nella cappella del­la chiesa di S. Lorenzo realizzata a spese del Comune, per adempiere al voto di ringraziamento per l’incolumità della città durante i passati terremoti. Nell’appendice al sinodo si legge un accurato diario dei tre giorni di lavoro prima di una nuova  cronologia dei vescovi di Viterbo e Tuscania che riproduceva quella di P. Coretini pubblicata in calce al primo sinodo di F. M. Brancaccio (1639) e la estendeva sino al vescovo presente. Ebbe nume­rosi e aspri contrasti con le autorità municipali a causa della sua intransigenza, tanto che il 22 gen. 1725, per difendere le sue prerogative, il magi­strato comunale nominò protettore della città il car­dinale viterbese Giovanni Battista Bussi e dopo la sua morte si rivolse ai due cardinali Albani.

Il 18 marzo 1725 il S. consacrò la chiesa dei SS. Giu­seppe e Teresa e il 10 apr. 1726 quella del mona­stero dell’Assunta, fondato cinque anni prima dal­la viterbese suor Lilia Maria del SS. Crocefisso. Partecipò al Concilio romano tenutosi a Roma dal 15 aprile al 29 maggio 1725 in occasione del giubileo, e l’anno successivo prese parte alla bea­tificazione di suor Giacinta Marescotti e alle celebrazioni che seguirono anche a Viterbo.

Il 9 nov. fu presente alla cerimonia, officiata da Be­nedetto XIII, nella chiesa di S. Maria della Quercia, in cui si consacrava Clemente Augusto di Baviera arcivescovo di Colonia. Il 26 luglio 1728 il S. be­nedisse la prima pietra della nuova chiesa della Tri­nità e nel 1729 consacrò l’altare della cappella del palazzo comunale. Appoggiò le missioni gesuiti­che nella sua diocesi, in particolare si avvalse del­la collaborazione del gesuita padre Crivelli. Il 23 apr. 1729 consacrò la chiesa del monastero della Visitazione.

Ammalatosi nel 1730, morì nell’apr. 1731 e il 12 fu sepolto nella cattedrale di Viterbo; è ritratto mentre prega nel medaglione in cui è raf­figurata la vita di S. Lorenzo, sulla porta maggio­re della cattedrale.

BIBL. e FONTI — Bibl. Cap. Viterbo, De Giuli, Cantate in lode della beata Giacinta Marescotti degli studenti di retorica nel collegio (ms„ 1719).  Bussi 1742, pp. 381-382; Cancellieri 1802, p. 345; Gams, p. 738; Bonanni 1923, p. 57; HC, V, p. 417; Signorelli, III/1, pp. 165-181 (con rif. alle fonti d’archi­vio); F. Pietrini, I vescovi e la Diocesi di Viterbo, Viterbo, 1949, pp. 92-93.

[Scheda di Barbara Scanzani – Ibimus; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]