Turchi – Famiglia (Viterbo, Secc. XV-XVIII)

Due linee di questa famiglia furono presenti a Viterbo contemporaneamente. La prima faceva capo ad Antonio di Pietro Paolo che troviamo attestato in documenti del 1460; nel 1493 lo stesso Antonio aveva gestito la Gabella della carne e del pesce per la città di Viterbo. Un Pietro Paolo di Antonio, sposato con Aurelia Pisani, ebbe numerosi figli tra i quali Vincenzo che ebbe poi Tommaso e Stefano. Con Tommaso e Stefano probabilmente emigrati da Viterbo cessano le informazioni su questo ramo della famiglia che era stata iscritta al patriziato viterbese nel 1434.

Un secondo nucleo, proveniente dalla Valtellina (Diocesi di Como) è presente a Viterbo già con maestro Giovanni di Giuliano, panettiere, che aveva avuto un figlio divenuto dottore in medicina che aveva sposato Girolama Marrocchi nel 1535. Da Antonio di Giovanni erano discesi Francesco, Pietro Paolo che nel 1574 aveva sposato Vittoria Musacchi; Fulvio che nel 1577 era Rettore dell’Arte degli speziali; Sestilio che fu speziale; Giovanni che fu famoso come medico e ottenne il titolo di Visconte palatino, Nel 1565 aveva sposato Ortensia Franguelli e da questa unione era nato Antonio che fu ecclesiastico (canonico di Sant’Angelo in Spatha, poi Canonico penitenziere in Cattedrale, morto nel 1605); Laura che sposò Celio Bartolomei di Canino e diede l’avvio alla linea Turchi Bartolomei dove si distinsero Flaminio che fu tessitore di panni e Tommaso che fu canonico della Cattedrale di Viterbo.

Da Fulvio e Girolama Architetti erano nati Andrea che si dedicò al commercio delle spezie (1605); Orazio che fu anche lui speziale e si sposò con Diamante Porticell e che nel 1632 era deputato dal Comune alla riscossione della tassa sul macinato. Da questo matrimonio nacquero Fulvio che fu maniscalco e con testamento del 1688 faceva erede il nipote Orazio di Carlo; Carlo che nel 1680 era titolare di una officina di maniscalco.

Da Carlo e Maddalena Lupatti erano derivate quattro figlie mentre i figli maschi morti giovani e quindi venne a mancare la trasmissione del cognome. Avevano abitazione nella strada dell’Orologio vecchio e a San Luca.

BIBL. e FONTI – Archivio del Comune di Viterbo, Serie “Bandi ed editti”, Faldone 6 (1631-1640), documento 37 dell’anno 1632.  N. Angeli, Famiglie viterbesi. Stemmi e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo, 2003, pp. 539–540.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]