Vinchioni Cinzio – Musicista (Viterbo, ca. 1668 – ivi, 14 luglio 1727)
Discendente da Bernardino e da Caterina Petanti, è rampollo di una famiglia viterbese attestata dal sec. XVI con sepolture nella chiesa della Trinità. Non si hanno notizie sulla sua formazione musicale; svolse comunque la sua prima attività a Roma. Compare per la prima volta nel 1682 nel «Libro degli aggregati della Congregazione di Santa Cecilia» come soprano; probabilmente era all’epoca putto cantore in qualche cappella romana; in documenti successivi della Congregazione figura come contralto e forse va identificato con il tenore Cinzio che il 9 ott. 1693 cantò ai funerali del Cardinal Chigi (Liess). Sempre all’interno della congregazione ceciliana fu tra i fondatori della Società del Centesimo (1688).
Dai documenti d’archivio si conosce la sua attività di cantore svolta in varie chiese romane, fra cui quella di S. Pietro, e anche presso il cardinal Ottoboni, a cui dedicò alcuni suoi oratori. Per vari anni, dal 1686 al 1704, la sua attività si svolse presso la chiesa e l’oratorio di S. Girolamo della Carità, sotto la direzione dei maestri Giovanni Francesco Garbi (fino al 1692) e Giuseppe Scalmani. Accanto a lui lavorava il basso Matteo De Grandis, attivo anche sulle scene del Teatro Tordinona. De Grandis sposò in seguito Rosa, sorella di Vinchioni; dal loro matrimonio nacque Cesare, che divenne tenore e organista del duomo di Viterbo.
Dal 1694 V. iniziò l’attività di compositore e maestro di cappella; l’8 ago. 1698 giurò, come Maestro di cappella «di diverse chiese», di rispettare l’editto di Alessandro VII sulle esecuzioni musicali in luoghi sacri. Nel 1703 era «guardiano dei maestri» della Congregazione ceciliana. Nel 1704 tornò a vivere a Viterbo dove si fece sacerdote ed ebbe la nomina a Maestro di cappella della cattedrale, incarico che tenne fino alla morte. Dal 21 maggio 1723, al suo compenso vennero aggiunti 12 scudi annui per dare lezioni di canto ai seminaristi del Seminario vescovile ed aver insegnato loro il canto figurato.
Compositore fertile, purtroppo quasi tutta la sua musica è andata perduta; si conservano solamente i libretti dei suoi oratori (per i quali si rimanda alle opere cit. in Bibl.) e alcuni manoscritti; due raccolte di Salmi a 4 voci e basso continuo per l’organo, conservati nella Biblioteca del Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, e un Graduale, conservato in AVR, fondo musicale di S. Maria in Trastevere. Compose i primi oratori a Roma per l’Arciconfraternita del SS. Crocifisso; dopo il suo trasferimento a Viterbo compose molte cantate e oratori dedicati a personaggi importanti del luogo ed eseguiti in gran parte a S. Girolamo della Carità. Compose pure arie e recitativi per l’opera il Radamisto, che venne rappresentata a Viterbo durante il carnevale 1721 nel nuovo teatro fatto erigere da alcuni signori della città. L’opera, diretta dallo stesso V., fu dedicata a don Carlo Albani e alla moglie Teresa Borromeo protettori del teatro. L’ultimo suo oratorio, datato 9 maggio 1727, fu intitolato a Giacinta Marescotti, sepolta nella chiesa delle monache di S. Bernardino a Viterbo, beatificata da Benedetto XIII nel luglio 1726. V. dedicò la composizione a Francesco Maria Ruspoli, pronipote della beata. Quest’oratorio era stato composto per un’occasione importante: festeggiare il papa che nel novembre seguente si apprestava ad andare a Viterbo per visitare il corpo della beata e anche per consacrare l’elezione a vescovo di Colonia di Clemente Augusto di Baviera, elettore del Sacro Romano Impero, nella chiesa di S. Maria della Quercia scelta per l’incoronazione. Purtroppo V. mori (in parrocchia di S. Pellegrino, dove probabilmente fu sepolto) prima di aver potuto assistere a questi avvenimenti.
BIBL. – Gaspari, I, p. 149; Cametti 1920-21, ad nomen; Liess 1957, p. 166; Marx 1968, pp. 104-105; Giazotto 1970, ad indicem; Brannetti 1981, p. 95; Angeli 1983, p. 41; Simi Bonini 1986; Simi Bonini 1987, pp. 156-157; DEUMM, VIII, p. 252; Franchi 1988, ad indicem; Simi Bonini 1992, pp. 64-65; Sartori, Indici, I, ad nomen; Franchi 1997, ad indicem, Simi Bonini 2000, p. 144; N. Angeli, Viterbo. Espressione musicale dal XVI al XX secolo, Viterbo 2011, pp. 23-26.