Barberi Giuseppe – Architetto, pittore (Roma, 14 genn. 1746 – ivi, 8 dic. 1809).

Fu al­lievo di uno dei Bibiena per la scenografia. Avvia­to agli studi architettonici nel 1762, appena sedi­cenne, partecipò con successo al concorso Cle­mentino. In occasione delle solenni esequie per la morte di Luigi XV che si celebrarono in S. Luigi dei Francesi il 28 luglio 1774, il B. venne incari­cato di realizzare il progetto per l’addobbo e la de­corazione nella chiesa. Nel 1783 fece rinchiudere la moglie nel monastero delle Viperesche; a quel periodo risale il progetto della chiesa di S. Giorgio di Oriolo Romano, feudo della famiglia Altieri. Sempre per la stessa famiglia realizzò la decora­zione a grottesche e vedute della saletta da pran­zo, detta Sala degli Ori, del palazzo baronale della stessa località, nonché importanti lavori di tra­sformazione in alcune sale del piano nobile di pa­lazzo Altieri a Roma (1793).

Succeduto nell’impresa a Clemen­te Orlandi, B. si avvalse per le decorazioni della collaborazione degli scultori Vincenzo Pacetti e Giacomo Ponsaler, dei pittori Felice Giani, Gio­vanni Campovecchio, Antonio Cavallucci, Giu­seppe Cades, Francesco Manno, Benedetto Gamberaux, Jean-Pierre Saint-Ours e dell’animali­sta Wenzel Peter. Nel 1795 egli dipinse otto tele vedutistiche nella Galleria degli Specchi, serven­dosi del Giani per le figure.

Nel 1785 era diventato ac­cademico di merito della Pontificia Accademia di San Luca, alla cui istituzione donò, come era uso fra gli eletti, un suo ritratto, forse eseguito dal vien­nese Anton von Maron. Dopo aver fondato a Roma con il Piranesi un’accademia di architettura e di prospettiva, si recò a Milano nel 1797, dove co­nobbe Napoleone. Nel 1798, in seguito alla pro­clamazione della Repubblica romana, rientrò nel­la capitale dove venne eletto «edile» insieme a Paolo Bargigli, Giuseppe Camporese e Andrea Vici. Sempre a B. fu affidato l’incarico di realiz­zare l’effimero arco di trionfo presso l’imbocco di ponte Sant’Angelo, dove i consoli dovevano pas­sare per recarsi in piazza San Pietro a prestare giu­ramento alla nascente repubblica. Trasferitosi a Pa­rigi, collaborò assiduamente nella «Calcographie des Piranesi Frères» fondata dai figli del Piranesi, Francesco, Angelo, Pietro e Laura, rifugiati politi­ci in Francia.

Proclamata l’amnistia politica con l’elezione di Pio VII, B. tornò nuovamente a Roma, dove fu incaricato di realizzare altri progetti, fra cui quello di Piazza della Scala di Milano che, nonostante l’approvazione di Napoleone (1806), non fu mai realizzata; infatti numerose furono le difficoltà incontrate negli espropri dei fabbricati da abbattere. Questo non fu l’unico progetto di B. a non essere realizzato: si ricorda quello per la nuo­va facciata della chiesa dei SS. Apostoli a Roma del 1787, quello, dello stesso anno, per il grandio­so palazzo Braschi che si sarebbe dovuto erigere in via del Corso, sull’area ora occupata dall’otto­centesco palazzo Marignoli. B. fu anche caricaturista come si evince da due album conservati a palazzo Braschi. Morì a Roma nel­la casa di via Frattina 10.

BIBL. – Fasolo 1962; Schiavo 1962; Andrea Busiri Vici in DBI, 6, pp. 161-163; Pace 2007.

[Scheda di Anna Maria Petrosino-Ansl]