Benefial Marco – Pittore (Roma, 1684 – Ivi, 1764).

Figlio di padre francese e di madre romana, dopo un periodo in collaborazione con Filippo Germisoni, fu allievo del bolognese Bonaventura Lamberti, ricollegandosi per il suo tramite alla tradizione dei Carracci. Per il carattere orgoglioso e violento ebbe una carriera difficile e osteggiata. Ammesso all’Accademia di S. Luca solo nel 1741, egli fu in continuo contrasto con l’ambiente accademico, riuscendo tuttavia ad affermare la sua personalità artistica di grande rilievo e ricevendo importanti commissioni ufficiali.

La sua prima importante opera a Roma fu il Profeta Giona in S. Giovanni in Laterano (1718) grazie alla benevolenza della famiglia Pamphili presso la quale aveva lavorato in quegli anni e al fatto che il cardinale Benedetto Pamphili era allora Arciprete della basilica lateranense. Deterioratisi i rapporti con questi suoi protettori, il B. trovò la protezione di A. Sermattei, dal 1719 vescovo di Viterbo-Tuscania e già vicario generale nello stesso luogo del cardinale Michelangelo Conti,  poi eletto papa con il nome di  Innocenzo  XIII.

Tra il 1720 e il 1725, su commissione del Sermattei (che voleva concludere con un grandioso ciclo pittorico gli importanti lavori di ristrutturazione nella Cattedrale avviati dai suoi predecessori Francesco Maria e Stefano Brancaccio), dipinse 10 grandi tele per la navata centrale della chiesa viterbese che raffiguravano  i cinque dalla parte a cornu Evangelii  la Istoria di S. Lorenzo martire mentre i cinque a cornu Epistole uno S. Giovanni Battista, un altro S. Stefano protomartire, il terzo S. Rosa da Viterbo, l’altro ancora il martirio delli SS. Argeo, Narciso, Marcellino et il loro nutricio, l’ultimo il battesimo di S. Tranquillino martire. Nel 1727 ebbe l’incarico di realizzare una undicesima tela da porre nella parete sopra l’ingresso principale della chiesa: era S. Lorenzo che distribuisce ai poveri i beni della Chiesa nella quale furono raffigurati i committenti dell’intero ciclo pittorico, dal vescovo Sermattei a tutti i componenti il Capitolo della Cattedrale. Di queste opere, che furono definite “grandioso esempio di pittura di storia sacra, un testo fondamentale della pittura romana settecentesca” (A. Lo Bianco, Domenico Corvi e l’Accademia di San Luca tra ufficialità e dissenso, in V. Curzi-A. Lo Bianco, a cura di, Domenico Corvi, Roma 1998), dopo il disastroso bombardamento del 1944 si riuscì a recuperarne soltanto due oltre ad un grande frammento: S. Lorenzo impartisce la comunione, S. Lorenzo guarisce gli ammalati e il Battesimo di S. Tranquillino. Delle tele perdute rimangono i bozzetti, già acquistati dalla Cassa di Risparmio di Viterbo e conservati nella sede di quella che era la Direzione generale.

Agli anni dell’impiego per la cattedrale di Viterbo, risalgono altre opere realizzate da B. nel capoluogo e in alcuni centri vicini come il Transito di S. Maria Egiziaca per la chiesa del Conservatorio del Buon Pastore; nel 1723 eseguì per la chiesa dei Cappuccini a Bagnoregio il dipinto San Francesco in estasi; dopo due anni realizzò tre tele per la chiesa dell’ospedale di S. Gallicano; a Vetralla realizzò per la collegiata dedicata a  S. Andrea,  una Trasfigurazione dipinta entro il 1721.

Nel 1745 nella chiesa parrocchiale di Arsoli lasciò un dipinto raffigurante il miracolo del richiamo in vita di Paolo Massimo e, dopo quattro anni, ritornava nella cittadina al servizio della famiglia Massimo per decorare ad affresco il salone del loro castello; tra il 1745 e il 1747 alcuni affreschi intorno all’altare maggiore nella cattedrale di Città di Castello raffigurante La ricostruzione della città in presenza di S. Florido.

Negli ultimi anni di vita fu colpito da cecità. Morì nell’aprile del 1764, senza allievi di merito e, se non dimenticato, certo sottovalutato fino ai giorni nostri.

BIBL. – Enciclopedia Italiana, vol. VI, 617-618; I. Faldi, Restauri e acquisizioni al patrimonio artistico di Viterbo, 1972;  S. Angeli, Documenti inediti per Marco Benefial: il ciclo delle “Storia dei Martiri” nella Cattedrale di Viterbo, in “Biblioteca e società”,  2002, n- 1-2, pp. 51-61 (con appendice documentaria); E. Borea in DBI, 8, pp. 466-469; Sestieri 1994, I, pp. 24-26; Pulcini 1997a; Pulcini 1997b, p. 5.

[Scheda di Simona Sperindei-Ansl; integrazione di Gilda S. Pannuti e Luciano Osbat-Cersal]