CettiFamiglia (Viterbo, XV-XIX sec.)

I Cetti sono parte del patriziato viterbese dal 1425 ma sono presenti a Viterbo dal XII secolo. Lorenzo che era mercante con abitazione in contrada San Quirico, nel 1460 vendeva una sua casa in contrada San Salvatore. Il figlio Pietro fu proprietario di un forno in contrada San Faustino nel 1497 e sposò Silvia Panici, figlia del notaio Giulio. Da loro derivarono Balidissima che sposò lo speziale Teodoro Mazzatosta; Gregoria che sposò Eleuterio Altobelli e Cetto che ebbe incarico dal Comune di distribuire corazze a giovani viterbesi che avevano il compito di presidiare le porte della Città. Ascanio e Gaspare, figli di Lorenzo, nel 1586 erano soci nella conduzione del macello di Viterbo. Adriano era macellaio e nel 1593 decideva che la sua sepoltura sarebbe stata nella chiesa del Paradiso. Nel Seicento Cesare sposò Diamante Calabresi e da quel matrimonio nacque Giovanni Battista che alla metà del secolo era speziale. Nel Settecento troviamo Porzia che sposò Giuseppe Andreucci e per qualche generazione trasmise il cognome Cetti Andreucci. Ebbe come figli Antonia Rosa e Luca che fu mercante e che nel 1731 fu all’origine dell’intervento della madre che lo denunciava per la dissipazione del patrimonio familiare.

La famiglia proseguì con Giuseppe di Luca la cui figlia Rosa vestì l’abito religioso con il nome di suor Rosa Candida mentre l’altro figlio Crispino, di arte orefice, nel 1823 si trovò in ristrettezze economiche al punto da dover essere ospitato presso una famiglia caritatevole. Con lui sembra essersi esaurita la storia della famiglia. A poca distanza da Viterbo esiste la località Ponte di Cetti perché sembra che qui vi fossero i beni di campagna della famiglia. Essi avevano un altare di jus patronato nella collegiata dei SS. Faustino e Giovita.

BIBL. – N. Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo 2002, pp. 132-133.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]