Falgari – Famiglia (Tarquinia, secc. XV-XVIII)

Casata originaria di Bergamo, residente a Tarquinia dal sec. XIV. Gaspare giunse a Corneto nel 1360 e da lui nacque Giovanni, capostipite, che nel 1408 era nel consiglio generale della città. Pietro nel primo quarto del sec. XVII fu consigliere comunale, Tiberio fu procuratore dei Padri di S. Francesco, a cui consegnava 150 scudi avuti dal Comune, e tra il 1626 e il 1630 ottenne alcuni sussidi per il mantenimento della chiesa e dei religiosi.

Tra gli altri membri si distinse Tiberio (m. 18 feb. 1646), che sposò in prime nozze Settimia Sperti e in seconde Anna Barbacci da Barbarano, da cui ebbe Giovanni Francesco (n. 1618), Carlo (n. 1620), Giovanni (n. 1627), Gaspare (n. 1631) e Anna (n. 1639). Dal matrimonio di Giovanni Francesco con Aurelia Paris nacquero Prudenza, Gioacchino, Agapito, Angelo e Raimondo, che sposò Brigida Bruschi da cui ebbe tre figlie femmine e un maschio.

Da questa casata nacque Pier Camillo, che divenne sacerdote e fu nominato arciprete della chiesa di S. Leonardo, quindi vicario generale di Corneto. I F. possedevano una villa e due monumenti sepolcrali nella chiesa di S. Francesco. Nel 1788 le figlie di Brigida Bruschi e Raimondo donarono cognome, stemma e beni al capitano Lucantonio Bruschi, loro congiunto e da allora il cognome fu  quello di Bruschi-Falgari. Passati indenni attraverso il periodo francese, i Bruschi-Falgari ebbero responsabilità amministrative durante la successiva restaurazione e nell’ultimo periodo dello Stato pontificio. Assorbirono anche il titolo e i beni della famiglia Quaglia. Dopo l’Unità furono  presto allineati con la monarchia sabauda che li compensò con il titolo comitale nel 1897.

Il loro archivio è conservato nella sede della Società tarquiniense di arte e storia ed è stato recentemente inventariato da Claudio De Dominicis.

Arme: spaccato d’oro e d’azzurro al ceppo di vite sostenente un falcone e attraversato da una fascia d’oro.

BIBL. -Tiziani 1985, p. 204; Corteselli – Pardi 1993, pp. 413, 415, 418; Memorie Corneto, pp. 8, 131, 148, 151; Tarmati 2001, pp. 55-62; Naccarato 2002, pp. 71-92.

[Scheda di Simona Sperindei – Ibimus; integrazione di Luciano Osbat-Cersal]