Garofolini, Francesco Maria – Argentiere (Viterbo, 19 nov. 1726 – Ivi, 16 apr. 1792)

Figlio di Michele e di Anna Maria Ciucci di Roma era nato il 19 novembre 1726. Sposò nel 1755 Elisabetta Sansoni di Nepi. Svolse una intensa attività per privati oltre che per chiese di Viterbo e delle località vicine. Il maggior impegno era dedicato al restauro di oggetti sacri accanto alla creazione di suppellettili nuove come il calice realizzato nel settembre 1762 per la chiesa dei SS. Giacomo e Martino di Viterbo.

Essendo stato gestore del “Danno dato”, nel 1774 era stato incarcerato con l’accusa di sottrazione di una somma considerevole mossagli dal nobile Valentino Maria Savini, depositario dell’amministrazione comunale. Nel 1781 era tra i consoli dell’Arte dei Mercanti in rappresentanza del settore degli orefici e argentieri. Morì il 14 maggio 1792 e in quell’occasione veniva redatto l’inventario dei beni e dell’attrezzatura da orefice da lui lasciati presenti sia nella casa a confine con la chiesa di S. Pellegrino sia nella casa posta vicino a S. Angelo.

Dei suoi figli solo Carlo Antonio (1760-1804) proseguì l’attività del padre. Nel 1796 aveva fuso molti oggetti d’argento per conto di diverse chiese viterbesi in occasione della requisizione effettuata per consegnare l’argento a Napoleone Bonaparte. Il capostipite della famiglia era stato Giuseppe che da Roma si era trasferito a Viterbo sul finire del Seicento; dopo di lui c’era stato Michele, padre del nostro Francesco Maria.

BIBL. – N. Angeli, Orafi e argentieri a Viterbo, Viterbo 2015, pp. 52-55.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]