Lucia Filippini – Santa (Tarquinia, 13 gen. 1672 – Montefiascone, 25 marzo 1732).

Fi­glia di Filippo e di Maddalena Picchi Falzacappa, ultima di cinque figli di cui due morti in tenera età, la madre era originaria di una prestigiosa famiglia locale da cui più tardi sarebbe disceso il cardinal Giovanni Francesco Falzacappa; il padre, nato a Vezzano Ligure, era nipote dei cardinali Emilio e Laudivio Zacchia, che sarebbero divenuti vescovi della diocesi di Montefiascone e  Tar­quinia. L., rimasta presto orfana, fu educata da uno zio materno e presso il locale monastero benedetti­no di S. Lucia. Entrò in contatto e strinse un forte legame con il cardinal Marco Antonio Barbarigo, nominato nel 1687 vescovo della diocesi di Mon­tefiascone e Corneto. Grazie all’interessamento del Barbarigo entrò nel 1688 nel monastero di S. Chia­ra a Montefiascone, dove nel 1692 conobbe Rosa Venerini, fondatrice di scuole gratuite popolari per le fanciulle rette da maestre laiche, le Maestre Pie.

Nel 1694 la Venerini tornò a Viterbo e designò L. come direttrice delle scuole inaugurate nella dio­cesi di Montefiascone. Tali istituti costituirono un nuovo ramo di scuole, autonome da quelle viterbe­si, le cui regole furono formulate dal Barbarigo stesso; L. si occupò dell’istruzione religiosa e cul­turale delle giovani. Il vescovo affidò la direzione spirituale degli istituti alla Congregazione dei Pii Operai, i quali coadiuvarono la Filippini nella ge­stione delle scuole anche dopo la morte del Barba­rigo, avvenuta nel 1706.

Le Maestre Pie di Monte­fiascone fondarono alcune sedi anche a Roma, che assunsero maggiore importanza rispetto a quelle periferiche; ricevettero inoltre da Clemente XI l’in­carico di dirigere il conservatorio femminile di S. Clemente, detto «delle Zoccolette». La collabora­zione con i Pii Operai portò una serie di accuse a L., tra cui quella di vicinanza alle teorie del quietismo. Nel 1707 sorsero alcuni contrasti tra L. e la Vene­rini, che portarono all’insanabile frattura fra i due rami delle organizzazioni; quelle della Filippini si rivolgevano a ragazze di ceti più modesti ed erano imperniate sugli insegnamenti religiosi, sebbene lo scopo precipuo fosse comunque la formazione di valide madri di famiglia. Scuole delle Maestre Pie Filippini furono fondate a Giove, Orte, Acquapen­dente (nel 1712 nel quartiere di S. Sepolcro, tra­sferita nel 1713 in via del Rivo, angolo Casalini), Acquasparta, Bagnoregio, Pitigliano, Piansano (dove fu educata Lucia Burlini), Tolfa, Todi, Montemerano, Sorano, Cellere, Cani­no, Farnese, Ischia di Castro, Scandriglia, Caspe­ria, Civitella, Cesi, Veroli,  Veiano, Aspra e Nepi.

Nel 1717 furono pubblicati i regola­menti delle scuole a opera dell’abate Alessandro Mazzinelli, in cui si prescrivevano i voti semplici e un abito per le fanciulle. Nei decenni successivi si arrivò ad una separazione tra le Filippini riconosciute di diritto pontificio (e presenti in Italia e in diversi paesi nel mondo)  e quelle rimaste ad operare a Montefiascone e nel territorio e che sono di diritto diocesano.

L. morì a Montefiascone il 25 marzo 1732 e fu seppellita nella cattedrale. Dopo la sua morte nuove fondazioni si ebbero a Frascati, Terracina, Nettuno, Cave, Napoli (1733) e in Abruzzo. Il pro­cesso di beatificazione ebbe inizio nel 1912; il 13 giugno 1926 L. è stata proclamata beata e il 22 giu­gno 1930 santa.

BIBL. e FONTI – Cedido, Archivio dell’antica Diocesi di Montefiascone-Tarquinia, serie “Processi di beatificazione e canonizzazione. Lucia Filippini”; Andreucci 1732; Di Simone 1732; Regole 1760; Sa­lotti 1909; Bergamaschi 1916; Salotti 1927; Salotti 1930; Enc. Cattolica, VII, coll. 1624, 1804-1805; Zoffoli 1963-68, III, pp. 56-70; Luigi Chierotti in Bibliotheca Sanctorum, VIII, coll. 257-260; DIP, V, coll. 745-747, IX, coll. 1831-1832; Caffiero 1990, pp. 89-106; Caffiero 1994, pp. 301-348; Vezzosi 1997, pp. 495-514; Caffiero 1998a, pp. 1230-1235; Caffiero 2000, pp. 113-129, 217-219.

[Scheda di Barbara Scanziani – Ibimus; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]