Mattia, Alessandro – Pittore (Farnese, 13 set. 1631 – post 1679).

Non si hanno notizie certe sul­la sua formazione, anche se è forte l’ascendenza che ebbe su di lui il Domenichino: è conosciuto an­che con gli pseudonimi di Alessandro da Valentano o Prete Farnesiano. La sua presenza è ricordata a Barbarano Romano, dove fra il 1660 ed il 1662 realizzò per la chiesa parrocchiale l’Adorazione dei pastori, nella cui composizione, così come nella successiva tela per la cattedrale di Montefiascone, rivela l’adesione formale a schemi classicisti. An­cora nel decennio fra il 1660 ed il 1670 circa rea­lizzò una serie di ritratti dei figli di Agostino Chi­gi (Laura Chigi, 1663; Suor Maria Pulcheria Chi­gi, 1671; Sigismondo Chigi e Alessandro Chigi, entrambi datati 1679) oggi conservati presso il pa­lazzo di famiglia ad Ariccia, caratterizzati però da una maggiore rigidezza formale e adeguati a mo­delli già ben codificati.

In collaborazione con il paesaggista Jan de Momper eseguì inoltre Sant’Agostino e il fanciullo in riva al mare, dipinto nel 1661. Sempre per Ariccia realizzò anche diverse pale d’altare: Madonna in gloria col bambino ed i santi Sebastiano e Rocco (chiesa di San Nicola), Sant’Agostino in meditazione sul mistero della Tri­nità (palazzo Chigi), San Rocco fra gli appestati (collegiata, 1665). All’artista è ascritta anche una seconda tela con quest’ultimo medesimo soggetto, oggi presso la chiesa di S. Maria delle Grazie a Marino. Fra le altre sue opere note il Transito di san Giuseppe, tela realizzata per l’omonimo alta­re nel duomo di Montefiascone su commissione della famiglia Pinieri: San Giuseppe morente vi è raffigurato affiancato dalla Vergine e da Gesù, mentre la scena è dominata dalla figura di Dio Pa­dre assiso sulle nuvole circondato da angeli, con al centro la colomba simboleggiante lo Spirito San­to. La tela, secondo la documentazione conserva­ta presso il duomo, venne commissionata nel 1681 dalla famiglia Pinieri, ed è caratterizzata dalla for­te adesione ai canoni della pittura classica del­l’epoca, che l’hanno fatta avvicinare stilisticamen­te ai modi del Sassoferrato. All’artista è ascritta an­che la piccola tela raffigurante Santa Lucia all’in­terno del timpano dell’altare.

BIBL. – Giovanni Incisa della Rocchetta in Thieme – Becker, XXIV, p. 265; Diz. Bolaffi, VII, pp. 290-291; Breccola – Mari 1979, p. 334; Mignosi Tantillo 1990a, pp. 88-89, 95-98; Co­stamagna 1990b; Ballarotto et al. 1992, p. 61; Petrucci 1992; Saur, Index, VI, p. 632.

[Scheda di Agnese Sferrazza – Ansl]