Macchi, Vincenzo – Cardinale (Capodimonte, 30 [o 31 ] ago. 1770 – Roma, 30 set. 1860).

Discendente da famiglia di origine lombarda trasferitasi da Cre­mona a Capodimonte nel corso del sec. XVI, nel 1873 entrò al seminario Barbarigo di Montefiasco­ne, dove terminò gli studi nel 1791. Ordinato sacer­dote il 20 set. 1794, il 16 dic. 1801 conseguì il dot­torato in utroque iure alla Sapienza di Roma. Dopo una lunga pratica d’avvocatura svolta presso lo stu­dio dell’avvocato Tassoni, non appena laureato ot­tenne la nomina di uditore e abbreviatore presso la nunziatura di Lisbona. In Portogallo giunse nel 1802 al seguito del nunzio Caleppi (del quale fu più tardi esecutore testamentario). Quando, in seguito all’in­vasione francese del Portogallo, nel 1808 Caleppi partì per il Brasile al seguito del re, M. fu nominato internunzio e incaricato d’affari a Lisbona e con tale qualifica si trattenne nella capitale portoghese fino al 1816.

Tornato a Roma, nel 1818 fu nominato ar­civescovo in partibus di Nisibe (2 ott. 1818); poco dopo ricevette l’incarico di nunzio apostolico a Lu­cerna, dove rimase per un anno. Al termine della missione svizzera, che in realtà non può considerar­si una esperienza diplomatica di alcun rilievo, M. fu destinato alla nunziatura di Parigi. Incaricato nel nov. 1819, con il compito di riavviare la nunziatura in base ai dettami del concordato del 1817, e di fron­teggiare con decisione il gallicanesimo, M. trascor­se in Francia sette anni, facendo ritorno a Roma nel gen. 1827. Nel giugno dello stesso anno ricevette la nomina cardinalizia, con il titolo dei SS. Giovan­ni e Paolo; fu pubblicato il 2 ott. 1826. Legato apo­stolico per la provincia di Ravenna (15 giugno 1828) fu richiamato a Roma da Gregorio XVI che nel 1831 lo nominò membro della Congregazione del S. Uffizio. Negli anni successivi fu per quattro anni presidente della Congregazione per la Revisione dei Conti (dal nov. 1831), membro della Congregazio­ne del Censo (4 ag. 1833) e prefetto della Congre­gazione del Concilio ( 11 dic. 1834).

Inviato in mis­sione nelle quattro legazioni in qualità di commis­sario apostolico straordinario (1835) fu per cinque anni cardinale legato di Bologna (30 giugno 1836 – sett. 1841). Rientrato a Roma, ricevette la nomina di vescovo della diocesi suburbicaria di Palestrina (14 dic. 1840). Prefetto della Segnatura di Giustizia ( 15 sett. 1841), vescovo di Porto, Santa Rufina e Ci­vitavecchia (1844) divenne segretario della Con­gregazione del S. Uffizio nell’apr. 1844. Membro della Congregazione dei Riti e di quella degli Affa­ri ecclesiastici straordinari, con il pontificato di Pio IX fu vescovo della diocesi di Ostia e Velletri e de­cano del Sacro Collegio (27 genn. 1847); raggiunse il papa a Gaeta nel nov. 1848 e rientrò in diocesi al ristabilimento del governo pontificio.

A Velletri, in particolare, istituì le scuole serali affidandone la di­rezione ai Dottrinari e si interessò del restauro del­la cattedrale e della facciata della chiesa di S. Lu­cia. Membro della congregazione istituita da Pio IX nel 1853 per elaborare misure di risanamento del bi­lancio pontificio, fu nominato segretario dei Brevi il 23 giugno 1854. Morì novantenne e, dopo le ese­quie nella chiesa dei SS. Apostoli fu sepolto, secon­do la sua volontà, nella chiesa dei SS. Giovanni e Paolo al Celio. Oltre le numerose lettere pastorali, è nota una sua operetta giovanile dal titolo De Chri­sti Domine in coelum ascensione oratio, pubblicata a Roma, presso Perego Salvioni, nel 1793. Il 4 mag­gio 1858 i Macchi, grazie al suo interessamento, avevano ricevuto il titolo di conti di Cellere che en­trò a far parte del nome stesso della famiglia oggi conosciuta come Macchi di Cellere.

BIBL. – Mario de Camillis in Enc. Cattolica, VII, col. 1753 (con bibl.); HC, VII, pp. 20, 37, 38, 41, 284, VIII, p. 43; Del Re 1964, p. 134; Boutry 2002, pp. 409-410 (con bibl.); Wolf 2005, pp. 909-911 (con bibl. e rif. alle fonti d’archivio); Giu­seppe Monsagrati in DBI, 67, pp. 8-11 (con rif. alle fonti d’ar­chivio e bibl.).

[Scheda di M. Giuseppina Cerri –Isrl]