Montoro (Chigi Montoro) – Famiglia (Sec. XV-XVIII)

Questa famiglia prende nome dal castello di Montoro presso Narni. Gli antichi baroni di Montoro si estinsero nei Gatti di Viterbo, un ramo dei quali a sua volta si estinse in Plautilla, marchesa di Montoro. Dalle nozze di Plau­tilla con Francesco Chigi, nobile senese, trasse origi­ne la famiglia detta Chigi Montoro o semplicemen­te Montoro, erede dei titoli e beni degli antichi Mon­toro e Gatti, tra cui la proprietà di un sesto della te­nuta di Roccalvecce.

I Chigi Montoro ebbero pa­lazzo in Roma nel rione Regola (edificato nel Cin­quecento e ricostruito all’inizio del Settecento) e in Viterbo in via Chigi (imponente edificio del sec. XV), con cappella gentilizia nella chiesa della Trini­tà. Sia il palazzo che la cappella risalgono al primo Chigi Montoro stabilmente fissato a Viterbo (1434), Mariano di Agostino, che nel pianterreno del pa­lazzo gestiva un fiorente banco finanziario. Maria­no fu ascritto al patriziato viterbese nel 1438. Tra i suoi discendenti si ricordano Agostino, ammini­stratore delle ferriere di Ronciglione (1494), Ber­nardino, capitano di cavalleria e difensore della città nel 1557, Ludovico, che nel 1572 ornò la cap­pella gentilizia alla Trinità. Tutti costoro portavano ancora il solo cognome Chigi, ma dal tardo Cin­quecento prevalse quello Montoro, soprattutto a Roma dove la famiglia visse in prevalenza.

Tra le dame viterbesi del Seicento si distinse Dianora M. (1602-1669), figlia del marchese Federico, dedica­taria di componimenti poetici di Domenico Pietosi. A Viterbo nacque il marchese Lorenzo (1627-­1697), che vendette la quota familiare di un sesto della tenuta di Roccalvecce al marchese Giovanni Costaguti (chirografo papale di autorizzazione del 22 sett. 1685). Ultimo significativo atto di presenza della famiglia in Viterbo fu l’incarico dato dal mar­chese Giovanni (figlio di Lodovico figlio di Loren­zo) al pittore viterbese Vincenzo Strigelli della pala d’altare raffigurante il Martirio di S. Agata per la cappella gentilizia alla Trinità (1740, iscriz. ivi del 1741). Giovanni, nato nel 1700, fu però l’ultimo a portare il cognome Montoro: per le sue nozze con Maria Virginia Patrizi (5 ag. 1736) i M. ereditarono titoli e beni dei Patrizi, ma dovettero assumerne il nome.

Si estinsero nel primo Ottocento in Porzia, moglie del marchese Tommaso Naro, i cui discen­denti portano ancora il triplice cognome Patrizi Naro Montoro.

L’antica arme gentilizia Montoro era d’azzurro al monte d’argento di sei cime ac­compagnato in capo da un lambello di rosso e da tre gigli d’oro.

BIBL. e FONTI – I documenti di famiglia sono conservati in ASV (723-725, Archivio Patrizi-Montoro).  Amayden, II, pp. 85-86; Marocco, XIV, p. 51; Silvestrelli, p. 767; Signorelli 1968, pp. 72-73; Carosi 1990, p. 104; Angeli 2003, pp. 137­-139, 663-664 (con rif. alle fonti e albero genealogico

[Scheda di Saverio Franchi – Ibimus]