Pazzichelli – Famiglia (Viterbo, Secc. XV – XVIII)

La famiglia fu inserita nell’albo del patriziato viterbese nel 1438. Era di origine locale e si articolava su due linee: una presente nell’area di Pianoscarano, l’altra nella piana di San Faustino. Tutte due poco documentate e per questo si preferisce dire qualcosa della famiglia presente a San Faustino per la quale la documentazione è più abbondante.

Bartolomeo di Domenico era nel commercio della lana e nel 1513 era tra i rettori di quell’Arte; tra i suoi figli Fabio ebbe bottega nella parrocchia di Sant’Angelo (1546); Virgilio ebbe una spezieria; Paolo era mercante di panni.

Pompeo di Marco Antonio fu scelto dal Comune di Viterbo nel 1592 per realizzare il soffitto a cassettoni nel Palazzo civico. Graziano di Giovan Battista era gestore di un negozio di funeria che lasciava nel 1648 al figlio Girolamo. Vetulonia, sorella di Girolamo, con testamento del 1707 faceva eredi dei suoi beni le “Scuole Pie” nella persona di Lucia Coluzzelli (collaboratrice di Rosa Venerini) che allora gestiva la sede della scuola nella parrocchia di Santa Maria Nuova. Clemente di Girolamo, morto nel 1671, aveva svolto la sua attività nel settore della merceria; dal suo matrimonio con Vittoria Magalli derivarono Antonio che fu prete; Cecilia e Maria Rosa che entrarono nel Monastero dei SS. Simone e Giuda; Girolamo che aveva un negozio di merceria poi gestito dal nipote Domenico; Anna Francesca che entrò nel Monastero di San Bernardino; Domenico che nel 1684 era tra i rettori dell’Arte della lana; Giuseppe che sposò prima Orsola Zagretti e poi Bernardina Pepoli. Suo figlio Girolamo fu eccellente medico fisico e sposò Maria Domenica Daci figlia del capitano Bartolomeo di Bagnaia negli anni trenta del Settecento.

Paolo fu Domenico, che era citato spesso con la qualifica di nobile, nel 1728 aveva sposato Orsola Cerruti di Tarquinia e, rimasto vedovo, Livia Franceschini nel 1762; nel 1739 era Conservatore del Comune di Viterbo e nello stesso anno otteneva l’aggregazione alla nobiltà viterbese; era ancora Conservatore nel 1747. Nel 1751 faceva da garante a Giuseppe Smeraldi per l’appalto del forno del pan venale della Città. Dai suoi matrimoni nacquero Rosa Giacinta che nel 1743 entrò nel Monastero di Santa Rosa e Ippolita che nel 1754 sposava Ranuccio Janni di Ischia di Castro. Ebbe due figli maschi che morirono molto giovani. Paolo morì il 16 gennaio 1777 e con lui si esaurì questo ramo della famiglia.

BIBL. – N. Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo, 2003, pp. 382384.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]