Zenti Domenico Antonio – Libraio, editore (Viterbo, 17 dic. 1720 – 1795/1796).

La famiglia Z., di origini veronesi, si stabilì a Viterbo all’inizio del Seicento; da essa probabilmente provenne il famoso cembalaro Girolamo. Z. nacque in parrocchia di S. Sisto dal vetraio Giovanni Battista e da Rosa Marsili di Bagnoregio. Nel 1744 aprì bottega di libreria «al Suffragio», nel tratto più settentrionale dell’attuale corso Italia, e si affermò rapidamente come il libraio più colto e più fornito della città. Avendo reperito esemplari di opere importanti stampate nell’area viterbese nel corso del Seicento, ne promosse la ristampa, servendosi della tipografia lucchese dei fratelli Marescandoli, poi della tipografia De Giulii di Viterbo. Tra le opere così ripubblicate compaiono testi importanti per la vita civile ed economica della provincia, da tempo esauriti.

Per rendersi autonomo anche sul piano tipografico, Z. si procurò le necessarie dotazioni di officina, che fu collocata in locali attigui alla libreria e iniziò a stampare nel 1762, pubblicando gli atti del sinodo diocesano convocato dal Cardinal Giacomo Oddi vescovo di Viterbo. Il buon risultato portò all’uso della qualifica di typographia episcopalis per la stamperia di Zenti. L’ultima sua edizione nota è datata 1794; sicuramente morì prima del 23 ago. 1796.I figli, nati dal matrimonio con Camilla Rosa Zaghetti, non proseguirono l’attività paterna: la stamperia fu venduta al canonico Vincenzo Parentati per soli 180 scudi (26 apr. 1797); il canonico, pur avendo avuto il permesso di stampare a nome degli eredi Z., non sembra se ne sia avvalso e mori nel 1800; l’officina passò al fratello Pasquale.

BIBL. — Carosi 1997a, pp. 27-31 e passim.