Ruspoli – Famiglia (Sec. XIII-XXI)

E’ una famiglia di origine fiorentina che si era distinta per l’attività mercantile e che si era stabilita a Roma nella prima metà del secolo XVI con Bartolomeo (1496-1590) che era al seguito del banchiere Bindo Altoviti e che sposò Maria Ardinghelli figlia di un ricchissimo banchiere e cugina dei Farnese. I loro figli, Orazio e Alessandro, fecero carriera nel mondo curiale romano giungendo con Alessandro (1541-1612) ad occupare il ruolo di tesoriere segreto di Paolo V.  La politica matrimoniale dei Ruspoli  li inserì definitivamente tra la nobiltà romana e consentì loro di dare inizio ad una stagione di mecenatismo artistico che fece dimenticare del tutto la loro origine di mercanti e di banchieri. Nello stesso tempo si avviò la pratica di acquisto di proprietà e di feudi che li portò ad essere una delle famiglie più importanti non solo di Roma ma dell’intero Lazio.

I Ruspoli ebbero  nel 1674 il feudo di Cerveteri, venduto dal duca Flavio Orsini a Bartolomeo (1595-1681), con titolo marchionale. Poiché dalla moglie Camilla Sacrati, morta giovanissima nel 1623, Bartolomeo non ebbe prole, sua erede fu la sorella Vittoria (1598-1681), dal 1617 moglie di Sforza Vicino Marescotti conte di Vignanello. Un figlio di Vittoria, Francesco Marescotti (1629-1687), assunse perciò il cognome R. e fu il primo Marchese di Cerveteri (vedi Voce). Morto anch’egli senza aver avuto figli dalla moglie Girolama Bichi, in virtù del suo testamento, erede del nome, dei titoli e del patrimonio fu designato il nipote Francesco Maria Marescotti (1672-1731) che adottò il cognome Ruspoli, il titolo di marchese e fu l’interprete del momento straordinario vissuto dalla famiglia in quella prima parte del secolo XVIII (vedi Voce).

Francesco Maria riuscì a superare le difficoltà insorte nei rapporti con la zia Girolama grazie all’appoggio dello zio il cardinale Galeazzo Marescotti e del papa Clemente XI ed ottenne la piena disponibilità di tutti i beni dei Ruspoli (1705). E’ da allora che si espresse compiutamente il suo ruolo di mecenate, di uomo di cultura, di uomo politico, di comandante militare che lo resero famoso. Egli sostenne il papa nel conflitto con l’imperatore Giuseppe I ed ebbe in cambio il titolo di Principe di Cerveteri al quale si aggiungerà nel 1721 il titolo di Principe romano concesso da Innocenzo XIII. 

Al feudo di Cerveteri si erano aggiunti nel frattempo la contea di Vignanello, castello dei Marescotti che Francesco Maria ereditò dal padre ne1 1703, il marchesato di Riano, vendutogli insieme alla tenuta Procoio Vecchio sulla via Tiberina dal cognato Federico Cesi (1710), e San Felice (oggi San Felice Circeo), cedutagli nel 1713 da Francesco e Michelangelo Caetani (dai quali ebbe anche il palazzo Caetani sul Corso, da allora chiamato palazzo Ruspoli); inoltre varie tenute, tra cui quella di Torre Angela sulla via Prenestina, appartenente dal 1593 al patrimonio R., e quelle denominate Massa e Fontana di Papa sulla via Salaria, vendutegli dal principe Urbano Barberini nel 1686 e rimaste ai R. fino al 1801. Mentre San Felice fu assegnata come dote alla figlia Giacinta al momento delle nozze con il duca Filippo Orsini di Gravina (1718), le maggiori attenzioni di Francesco Maria furono rivolte a Vignanello, sede di frequenti soggiorni e villeggiature: nel 1705 vi fu costruita la chiesa degli Angeli Custodi accanto alla Porta del Molesino; dal 1705 al 1721 vi furono condotti i lavori per la nuova chiesa collegiata, intitolata alla Presentazione di Maria, al posto della vecchia chiesa dell’Assunta; nel 1723 vi fu portato un pregiato organo costruito dalla ditta Alari e fu eretto il palazzetto Marescotti detto palazzo Pretorio.

Francesco Maria  morì all’improvviso nel 1731 nel suo palazzo romano ed ebbe solenni funerali in S. Lorenzo in Lucina, ma per sua espressa volontà fu sepolto a Vignanello, nella chiesa che aveva fatto edificare. Il successore fu il figlio Alessandro (1709-1779), II Principe di Cerveteri, che proseguì in tono minore lungo il solco tracciato dal padre, proseguendo con lavori che riguardarono sia Vignanello che Riano e Cerveteri (vedi Voce). Suo figlio Francesco (1752-1829), III Principe di Cerveteri,  aveva sposato in seconde nozze la principessa Leopoldina von Khevenhùller Metsch e questo portò ad un avvicinamento della famiglia alla politica degli Asburgo come si vide anche negli anni della Restaurazione pontificia dopo il periodo napoleonico (vedi Voce). Gli sconvolgimenti di quei decenni intaccarono in maniera sensibile anche il patrimonio dei Ruspoli che  furono costretti a  rinunziare nel 1816 a ogni diritto feudale su Vignanello e su Cerveteri che, da quel momento,  divennero solo beni patrimoniali. Nel corso del XIX secolo non mancarono scontri civili e amministrativi con le comunità locali come quello tra il principe Giovanni Nepomuceno (1807-1876), V Principe di Cerveteri,  e il Comune di Vignanello, risoltosi nel 1853 con la vittoria del primo e quelli  con il Comune di Cerveteri, risoltosi a favore del Comune (vedi Voce).

La storia della famiglia è proseguita nel ramo primogenito sempre mantenendo i titoli di principi di Cerveteri con Francesco Maria (1839-1907), VI Principe di Cerveteri,  con Alessandro (1869-1952) VII Principe di Cerveteri, con Francesco Maria (1899-1989), VIII Principe di Cerveteri, con Alessandro (1924-2005) IX Principe di Cerveteri ed è ben presente nella vita culturale e sociale dei nostri tempi sia con il ramo principale che con quelli secondari.

Nell’Ottocento Emanuele Ruspoli, figlio di Bartolomeo (figlio di Alessandro, II Principe di Cerveteri) fu esule dallo Stato pontificio dove ritornò con le truppe italiane dopo il 1870 e fu Deputato al Parlamento nazionale, poi Sindaco di Roma e infine Senatore (vedi Voce). Suo figlio Eugenio invece fu esploratore in Africa dove trovò la morte.  Nei castelli di Vignanello (dove il giardino è stato riportato di recente alle forme originarie del Cinquecento) e di Cerveteri i Ruspoli hanno ospitato frequenti concerti e altre manifestazioni artistiche e culturali. Mario (1855-1888), di un ramo cadetto della famiglia distaccatosi nell’Ottocento, sposò Costanza Boncompagni Ludovisi Ottoboni, ultima della sua stirpe, per cui il figlio Augusto (1880-1912) assunse il cognome e l’arme Ottoboni con il titolo di duca di Fiano. Un figlio del Francesco III Principe di Cerveteri, Camillo (1788-1864), sposando una nobildonna spagnola (Carlotta Godoy duchessa di Alcudia e di Sueca e contessa di Chinchon), diede luogo a un ramo separato dei Ruspoli, di cittadinanza spagnola, tuttora fiorente.

Bibl.:  S. Franchi, voce Ruspoli in  Dizionario storico biografico del Lazio, Volume III, Roma 2009,  pp. 1710-1712; M. C. Cola, I Ruspoli. Roma, De Luca Editore,  2018, passim;  G. Tomassetti, La Campagna Romana: antica, medioevale, moderna, Firenze, Olschki, 1975-1980, Vol. II, p. 531,  Vol. III, pp. 285, 476, Vol. VI, pp. 226, 268;  G. Silvestrelli, Città, castelli e terre della regione romana, Roma, Multigrafica, 1970, passim; G. Moroni, Indice generale alfabetico delle materie del Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Vol. V, Venezia 1879, pp. 509-510;  F. Rossi, voce Ruspoli Emanuele in Dizionario biografico degli italiani, Vol. 89, Roma 2017; R. Papi, Cerveteri centro storico, s.l., s.d.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]