Ruffini, Paolo – Matematico, medico (Valentano, 22 set. 1765 – Modena, 9 mag. 1822).

Era nato a Valentano il 22 settembre 1765, figlio di Basilio (che era da alcuni anni medico condotto in quel paese)  e di Maria Francesca Ippoliti di Poggio Mirteto. Terminata la condotta nel 1771 la famiglia si trasferì a Reggio Emilia e qui Paolo fece i suoi studi. In giovane età manifestò l’intenzione di intraprendere la vita religiosa e a dodici anni ricevette la tonsura; in seguito mutò opinione, pur mantenendo una cattolicità intensamente vissuta. Nel 1783 iniziarono gli studi di matematica e di medicina all’Università di Modena. Suoi maestri negli studi matematici furono Luigi Fantini e Paolo Cassiani; nel 1788, ancora non laureato, R. fu designato a sostituire il prof. Cassiani che era stato nominato “Ministro del Consiglio d’economia” nel Ducato di Modena e Reggio. Il 9 giugno dello stesso anno conseguì la laurea in medicina e, immediatamente dopo, il diploma di matematica. Ad ottobre gli fu assegnata la cattedra di Istituzioni analitiche. Nel 1797 rappresentò a Milano il dipartimento del Panaro nel Corpo legislativo; fu sospeso per un anno dall’insegnamento l’anno successivo, rifiutando il giuramento di fedeltà alla Repubblica Cisalpina. Alla soppressione dell’Università di Modena, nel 1799, R. passò ad insegnare al locale ginnasio.

Membro dal 1801 della Società Italiana delle Scienze, detta poi dei XL, dal 1804 insegnò nel liceo modenese.  Dopo la c aduta di Napoleone, nel 1814 Francesco IV gli conferì la carica di rettore della restituita università di Modena e, due anni più tardi, R. fu eletto presidente della Società Italiana delle Scienze; entrambe le cariche furono mantenute fino alla morte.

R. è considerato tra gli scienziati italiani più eminenti del suo tempo; figura emblematica di matematico, di medico e di cattolico che seppe coniugare in parallelo ricerca scientifica, attività pubblica e impegno nella difesa della fede. Nel campo della ricerca, egli s’interessò e raggiunse importanti risultati sia in campo medico – che non abbandonò mai nonostante gli impegnativi incarichi accademici – sia e soprattutto nell’ambito della matematica. Il suo nome è legato in particolare agli studi che posero le basi di una teoria di gruppi di operazioni permutabili e segnatamente alla regola e al teorema per il calcolo approssimativo delle equazioni polinomiali che, sviluppati e rielaborati dal matematico Abel, sono oggi noti con il nome di quest’ultimo.

La sua più importante acquisizione nella scienza matematica fu comunque la dimostrazione dell’insolubilità delle equazioni di grado superiore al quarto, cui dedicò buona parte dei suoi scritti a partire dalla Teoria generale delle equazioni in cui si dimostra impossibile la soluzione algebraica delle equazioni di grado superiore al quarto, pubblicata in due volumi a Bologna nel 1799 per i tipi della stamperia di S. Tommaso d’Aquino, nella quale compariva la prima dimostrazione dell’impossibilità di trovare soluzione algebrica per l’equazione generale di quinto grado. Ad essa seguirono brevi comunicazioni pubblicate sulle «Memorie della Società Italiana delle Scienze» negli anni 1802-1806: Della soluzione delle equazioni algebraiche determinate particolari di grado superiore al quarto; Risposta di Paolo Ruffini ai dubbi propostigli dal socio Gianfrancesco Malfatti sopra la insolubilità algebraica delle equazioni di grado superiore al quarto; Riflessioni di Paolo Ruffini intorno al metodo proposto dal consocio Malfatti per la soluzione delle equazioni di quinto grado; Riflessioni intorno alla soluzione delle equazioni algebriche generali, Modena, Società Tipografica, 1813.   

Accanto alle pubblicazioni matematiche, si devono a R. alcune opere di argomento medico, frutto dell’esercizio della medicina che continuò a praticare a Modena parallelamente all’impegno in ambito universitario: Del tifo contagioso (Modena, Soc. Tipografica, 1820); Riflessioni intorno all’eccitabilità, all’eccitamento, agli stimoli, ai controstimoli, alle potenze irritative, alle diatesi sì iperstenica che ipostenica, ed alla irritazione (1833); Intorno alla definizione della vita assegnata da Brown; Sopra una macchina immaginata al fine di ridurre e contenere a lungo le fratture oblique dì uno qualunque degli arti, rimasta manoscritta e pubblicata nel 1966. La piena adesione ai valori della fede cattolica (dal 16 gen. 1806 fu membro dell’Accademia di Religione Cattolica) è testimoniata da opere a carattere religioso, tra le quali si ricorda Dell’immaterialità dell’anima, dedicata a Pio VII (Modena, eredi Soliani, 1806); nonché dalla promessa di collaborazione a «Amico d’Italia» e «Memorie di Religione di Morale e di Letteratura», periodici d’ispirazione cattolica editi rispettivamente a Torino e a Modena. 

Paolo Ruffini morì il 10 maggio 1822 a Modena, malato di tifo. La sua tomba è nella chiesa di Sant’Agostino di quella città. Tra gli innumerevoli istituti dedicati alla sua memoria a Viterbo porta il suo nome il Liceo scientifico statale.

Bibl.: Paolo Ruffini. Sublime spirto…all’error diè guerra, Viterbo, Liceo scientifico statale “Paolo Ruffini”, 2016;   Luigi Pepe, voce Ruffini Paolo in Dizionario biografico degli italiani, vol. 89, pp. 113-115; M. G. Cerri, voce Ruffini Paolo, in Dizionario storico biografico del Lazio, Roma 2009.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]