Agnesotti, Costantino – Militare (Viterbo, 3 ago. 1880 – Fronte di guerra, 5 giu. 1917)
Figlio di Giuseppe e di Angela Marzetti, nato nel territorio della parrocchia dei SS. Faustino e Giovita, quarto di cinque figli con il padre che era tipografo e che stava costruendo quella che per più di un secolo sarà una rinomata tipografia viterbese dove usciranno importanti volumi per la storia del territorio, Costantino aveva abbracciato la carriera militare. Nel 1911 si era sposato con Beatrice Bertarelli e uno dei testimoni al processetto matrimoniale era stato don Giuseppe Tosoni, decorato di medaglia d’argento al valor militare nel corso della Grande guerra. Prima della guerra aveva cominciato la sua carriera nel 60° reggimento di fanteria che era di stanza qui a Viterbo. Durante la Grande guerra raggiunse il grado di Maggiore nel 225° reggimento fanteria ed fu decorato con tre medaglie d’argento al valor militare.
La prima guadagnata sul Col di Lana (15-17 luglio 1915) con la seguente motivazione: “Ferito durante l’assalto alle trincee nemiche, si medicò da sé, e rimase al suo posto, continuando ad incitare alla lotta i suoi dipendenti. Non si ritirò se non in seguito all’ingiunzione del comandante del battaglione. Già distintosi per mirabile ardire, nell’attacco alle posizioni nemiche, compiuto nella notte del 15 luglio”
La seconda a Monfalcone (23-29 maggio 1917) con la motivazione: “Ritto sulla posizione conquistata, sotto il fuoco violento dell’artiglieria avversaria, rincorava i suoi uomini scossi in seguito alle perdite subite, e manovrava personalmente contro il nemico contrattaccante una mitragliatrice rimasta priva dei serventi, mantenendo così, fino al giungere dei rincalzi, la posizione stessa, che organizzò poi a valida difesa”
La terza a Flondar (20-30 maggio e 5 giugno 1917) con la motivazione: “Comandante di battaglione, già distintosi nei cruenti combattimenti che portarono alla conquista di importanti e ben munite posizioni nemiche, allorché l’avversario, contrattaccando improvvisamente, riusciva a riprendere parte delle posizioni stesse, con mirabile slancio, lo attaccava violentemente e l’obbligava a ritornare sui suoi passi. Assalito nuovamente da forze preponderanti che avvolgevano i fianchi del battaglione, opponeva tenace resistenza, con lotta a breve distanza, nella quale combatteva strenuamente, sempre alla testa dei suoi, finché veniva colpito a morte”. Viterbo gli ha intitolato una Via.
BIBL. – V. Ansalone, Gloriosa Viterbo. I decorati al valor militare della Prima guerra mondiale nati nella Provincia, Viterbo, Agnesotti, 2006, p. 194; M. Galeotti, L’illustrissima città di Viterbo, Viterbo 2002, p. 342; A. Massi, Preti della Tuscia nella Grande guerra, Viterbo, 2016.