Andreucci Andrea Girolamo – Teologo, Agiografo (Viterbo, 13 nov. 1684 – Roma, 13 giu. 1771)
Nato a Viterbo il 13 novembre 1684, fu ammesso nel noviziato gesuitico di Roma, a Sant’Andrea al Quirinale, il 25 ott. 1701. Terminati gli studi di teologia al Collegio Romano, professò i voti solenni il 2 feb. del 1719. Dal 1706 al 1724 fu impegnato nei collegi dell’ordine come insegnante, prima di umanità a Fabriano, Città di Castello e Firenze, poi di filosofia a Perugia, infine di teologia morale nei seminari di Tivoli e Frascati (1719-1724). Per i chierici di quest’ultimo seminario scrisse una fortunata Introduzione al chiericato (Roma, Giorgio Placho, 1724), che fu ristampata più volte. Visse in seguito nella casa professa del Gesù a Roma, richiesto e apprezzato come teologo e come confessore da alcuni vescovi e altri prelati.
Per gran parte della sua vita fu direttore della Congregazione della Purificazione o dei sacerdoti, detta dei casi di coscienza; la congregazione, che si riuniva regolarmente due volte a settimana, aveva lo scopo di far confrontare sacerdoti di diverse nazionalità per discutere problemi di politica e giurisdizione ecclesiastica, oltreché di erudizione storica e liturgica. In questo ruolo ebbe rapporti cordiali con prelati e cardinali; singolari, in particolare, quelli con uno degli ecclesiastici all’epoca più avversi alla Compagnia di Gesù, il cardinale Mario Marefoschi, e quelli con il teologo francescano Lorenzo Ganganelli, destinato a divenire il papa (Clemente XIV) che soppresse l’Ordine dei Gesuiti. Della sua abbondante produzione di saggi teologici, ascetici e storico-ecclesiastici, qui di seguito elencata, si segnalano, per l’interesse alla vita religiosa viterbese, le Notizie di S. Valentino prete e Ilario diacono viterbesi, Roma 1740, quelle su santa Rosa patrona della città (Notizie critico – istoriche dell’ammirabile s. Rosa Vergine viterbese…, Roma 1752) e quelle su Rosa Venerini (Ragguaglio della vita della S.d.D. Rosa Venerini viterbese, istitutrice delle Schole e delle Maestre Pie, Roma 1732). Quest’ultima, pubblicata solo quattro anni dopo la morte della Venerini, è fonte di valore sulla beata che A. aveva conosciuto da ragazzo. Più volte riedita, fu adottata come testo di riferimento nel processo canonico di beatificazione dalla Congregazione dei Riti (1952).
Tra le sue opere più note la Introduzzione al chiericato overo breve compendio delle cose necessarie a sapersi da chi brama intraprendere lo stato chiericale (Roma, Giorgio Placho, 1724; rist. Venezia, 1730); il Memoriale confessariorum sive de sacramento et ministro paenitentiae res omnis moralis in breve per assertiones coacta ut memoriae inhaereat (Ticini Regii, Ghidini, 1725; rist. Romae 1731, Venetiis 1734); il Il culto dovuto a Dio ovvero Breve istruzione sopra le tre virtù teologali (2 a ed., Pavia, Ghidini, 1729); il Compendio della vita del glorioso martire di Cristo s. Emidio vescovo e protettore di Ascoli (Roma, Rosati e Borgiani, 1729); il De episcopo titulari seu in partibus infidelium tractatus canonico-theologicus (Romae, de Rossi, 1732); la Pratica di confessare ed obbligazione d’istruire il popolo nelle cose della santa fede (Venezia, Corona, 1737; rist. Fermo 1754, Venezia 1837); il Memoriale delle cose che deve avvertire un sacerdote il quale assistere ad un infermo per aiutarlo a ben morire (2 a ed. accresciuta, Roma, Zempel, 1742); il De triplici vicario generali, capitulari et foraneo breuis institutio ex probatissimis dd. canonistis Collecta (Romae, Salomoni, 1762).
Bibl.: A. Giustini, voce Andreucci, Andrea Girolamo, in Dizionario storico biografico del Lazio, Vol. I, Roma 2009; A. Merola, voce Andreucci, Andrea Girolamo, in Dizionario biografico degli italiani, Vol. 3, Roma 1961, pp. 157-158.
[Scheda di Redazione – Cersal]