Angelini – Mosti – Famiglia (Viterbo, Secc. XV-XIX)
Famiglia originaria di Canepina che nel XV secolo si trasferisce stabilmente a Viterbo. All’inizio del XVI secolo Ippolito Angelini del fu Bartolomeo coniugato con la viterbese Faustina Calandrini fu un uomo di legge e notaio negli anni 1511-1536. Il figlio di Ippolito, Arcangelo, fu nella magistratura cittadina e poi fu Rettore dell’Arte dell’agricoltura nel 1592. Dal suo matrimonio con Girolama Banchi era nato Cesare e suo figlio Vincenzo aveva avuto l’autorizzazione a costruire una cappella gentilizia nella parete destra della chiesa di San Pietro al Castagno dedicata alla Madonna delle Grazie e all’interno della quale fu ricavata la sepoltura per sé e possibili discendenti. Dal matrimonio di Vincenzo con Lavinia Faiani discese Cesare che, sposando nel 1641 Ippolita Mosti, per estinzione di questa famiglia, ne assunse il cognome dando origine alla linea Angelini-Mosti. Figlio di Cesare e Ippolita fu Vincenzo che si laureò e divenne canonico della chiesa di Sant’Angelo in Spatha (1677) mentre il fratello Ludovico fu conservatore nel Comune di Viterbo.
Il figlio di Ludovico nel 1784 aveva l’ufficio di Governatore dell’Ospedale degli Infermi, insieme al marchese Paolo Especo y Vera. Le sue sorelle Giovanna e Ippolita nel 1734 erano monacande nel Monastero di San Domenico. La nipote di costoro, Maria Domenica, era andata sposa al conte Orazio Mazzagalli di Recanati e poi, vedova, era rimasta coinvolta in una lite con il figlio Leandro che si concluse solo dopo diversi anni, nel 1792, con una transazione tra le parti. Una Caterina andata sposa a Vincenzo Lelmi di Roma nel 1776, trasferì la sua residenza nella capitale nella parrocchia dei Santi Quirico e Giuditta, estinguendo così la linea viterbese della famiglia.
Avevano abitazione nei pressi Piazza Fontana Grande e una cappella di giuspatronato nella chiesa di San Sisto.
BIBL. – N. Angeli, Famiglie viterbesi. Volume I, A – B, Viterbo 1992, pp. 27-28; N. Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo 2002, pp. 39-40; M. Signorelli, Le famiglie nobili viterbesi nella storia, Genova 1968, p. 312.