Fine sec. XVII-inizio XVIII, Angelo e Tobiolo, olio su tela (300×160), Viterbo, chiesa del Suffragio, navata, parete dx, secondo altare. Sotto l’affresco probabilmente di Valentino Picca (1486)

Nel secondo altare della chiesa del Suffragio a Viterbo, una macchina barocca con colonne e timpano interrotto, incornicia una pala che raffigura L’Angelo e Tobiolo. Il dipinto reca un foro per consentire di vedere sulla parete sottostante un più antico affresco con la Madonna con il Bambino.

Sullo sfondo di un aperto paesaggio campestre dai colori spenti e cupi che schiariscono all’orizzonte, l’angelo Raffaele, con una veste bianca trattenuta da un nastro rosa ed un ampio manto azzurro gonfiato dal vento, guida Tobiolo prendendolo per mano e indicandogli il cielo dove tra figurine di angeli è visibile, attraverso una apertura ovale praticata nella tela, l’immagine della Vergine col Bambino affrescata sulla parete retrostante [S. Fucini, 12/00094965]

Il racconto riguardante il giovane Tobia (o Tobiolo) e suo padre, il cieco Tobia (o Tobi) non è presente in tutte le edizioni della Bibbia, poiché è accettato solo da ebrei e protestanti. È ambientato nel VII secolo a. C. in Assiria, dove gli Israeliti erano stati deportati dopo la distruzione del regno settentrionale d’Israele. L’arcangelo Raffaele era stato mandato da Dio come ricompensa dell’onestà della moglie di Tobi, che, da quando il marito era divenuto cieco, lavorava filando per mantenere la famiglia. Poiché Tobi aveva prestato del denaro in una città lontana e lo voleva indietro, mandò il giovane figlio Tobiolo pregandolo di cercarsi un accompagnatore per il viaggio. Egli trovò Raffaele, che non aveva però le sembianze di angelo, e si mise in viaggio con lui e con il proprio cagnolino. Arrivati sul fiume Tigri, Tobiolo volle fare il bagno; un pesce, però, guizzò dall’acqua e cercò di divorargli il piede. Incitato da Raffaele, Tobiolo riuscì ad afferrare il pesce, lo gettò sulla sponda e gli tolse cuore, fegato e fiele, che sarebbero stati, a detta dell’angelo, rimedi contro demoni e malattie oculari. Il racconto prosegue con l’incontro tra Tobiolo e Sara, della quale si diceva che sette uomini che l’avevano sposata erano stati uccisi durante la prima notte di nozze da un terribile demone. Tobiolo, innamoratosi della giovane, la sposò e riuscì a distruggere il demone con le interiora del pesce. Tornato a casa dai genitori con la moglie, Tobiolo cosparse gli occhi del padre con il fiele del pesce ed egli riacquistò la vista (Art e dossier).

Il quadro è creato appositamente per l’altare in funzione del sottostante affresco che diviene parte integrante del soggetto del dipinto [S. Fucini]. Alla Vergine infatti si rivolge Raffaele indicandola a Tobiolo e d invocando la sua protezione.

Nel 1486 un legato assegnava una somma per la “tavola dell’altare da dipingersi da Sebastiano Picca” (Viterbo 1415 c.-1490). Nell’affresco la vergine con manto azzurro e veste rossa tiene in braccio, all’altezza del volto, il Bambino sorridente. Questi, coperto da una tunica gialla, tende la mano verso il volto materno. Sul capo della Madonna e al collo del Bambino sono applicati rispettivamente una corona e una collana metallica. L’opera, a stento leggibile, non è considerata di particolare pregio [S. Fucini, 12/00094966].

BIBL. – Tuscia Viterbese, vol. I, Roma, 1968; F. Bussi, Istoria della città di Viterbo, Roma, 1742; A. Carosi, Chiese di Viterbo, Viterbo, Agnesotti, 1995; Dizionario della Pittura e dei Pittori, Torino, Einaudi, 1989; F. Egidi, Guida della città di Viterbo e dintorni, Viterbo, 1889; I. Faldi, Mostra di restauri,in “L’arte nel viterbese”, Viterbo, 1965; I. Faldi, Museo Civico di Viterbo. Dipinti e sculture dal Medioevo al XVIII secolo, Viterbo, 1955; I. Faldi, Pittori viterbesi di cinque secoli, Roma, 1970; I. Faldi, Restauri acquisti e acquisizioni al patrimonio artistico di Viterbo, catalogo, Viterbo, Palazzo dei Priori, 1972; A. Gargana, Viterbo. Itinerario di Augusto Gargana, Viterbo, 1939; Il 1400 a Roma e nel Lazio. Il 1400 a Viterbo, cat. mostra, Roma, De Luca Editore, 1983; La pittura in Italia, Milano, Electa, 1989; A. Muñoz, Uno sguardo al nuovo Museo Civico di Viterbo, in “Per l’inaugurazione del Museo Civico di Viterbo”, Viterbo, Agnesotti, 1912, pp. 33-45; G. Oddi, Le arti in Viterbo, Viterbo, Agnesotti, 1882; C. Pinzi, I principali monumenti di Viterbo. Guida pel visitatore, Viterbo, Agnesotti, 1911; C. Pinzi, Storia della città di Viterbo, voll. I-III, Roma, 1887/89, vol. IV, Viterbo, Agnesotti, 1913; A.Scriattoli, Viterbo nei suoi monumenti, Roma, 1915-20; G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, Viterbo, 1907-1969. I, p. 195; II, I, 240-241; M. Signorelli, Guida di Viterbo. Monumenti del centro cittadini, Viterbo, Agnesotti, 1964; M. Signorelli, Storia breve di Viterbo, Viterbo, Agnesotti, 1964; S. Valtieri, La genesi umana di Viterbo, Roma, 1977; C. Pinzi, Guida dei principali monumenti di Viterbo, Roma 1889; Art e dossier: Firenze, Giunti, 1986- , sezione art history [https://www.artedossier.it/it/art-history/work/2745/], Sovrintendenza per i beni artistici e storici del Lazio, Censimento OA, scheda S. Fucini, 12/00094965 – 966.

Altro dal web: BeWeB

[Scheda di Elisa Angelone – Cersal]