Chiesa di S. Maria del Suffrago (già S. Quirico), Viterbo, Corso Italia

La primitiva costruzione sorta nel piano di San Matteo in Sonsa, era dedicata a S. Quirico, martire di Antiochia, ed aveva aperto la sue porte ai fedeli fin dal sec. XII. Più volte è documentata nel Duecento insieme ad altre parrocchie della zona: S. Stefano, S. Matteo e S. Giovanni.

Nel 1236 una lite tra i dignitari e canonici delle collegiate e i cappellani delle chiese minori, circa la distribuzione delle procurazioni e l’ordinazione dei rettori del clero, si risolve con un compromesso tra i rappresentanti delle collegiate e delle chiese minori tra i quali è anche quella di S. Quirico.

Alla metà del XV secolo la chiesa di ha cinque cappelle: della Concezione e s. Nicolò, di s. Gregorio (dotata da Pietro Lunense), di s. Antonio, di s. Elisabetta, di s. Giuseppe. Nel 1486 un legato assegna una somma per la “tavola dell’altare da dipingersi da Sebastiano Picca”.

Nella grande riforma seguita al Concilio di Trento, molte furono le parrocchie che persero la loro qualifica, essendo troppo povere di abitanti e di risorse, anche S. Quirico fu soppressa nel 1572, rimanendo una semplice rettoria aggregata a S. Stefano, la grande collegiata già sita in piazza delle Erbe.

Nel 1618 il cardinale vescovo Tiberio Muti concedeva la chiesa alla novella confraternita di S. Maria del Suffragio, questa, aggregata all’arciconfraternita del Suffragio di Roma, aveva come finalità la pratica delle preghiere e la raccolta di elemosine per la celebrazione di messe in suffragio delle anime del Purgatorio; l’abito dei confratelli era costituito da una veste di sacco bianco con mozzetta nera. La Compagnia acquisì rapidamente una notevole importanza e quindi apportò radicali modifiche all’originario disegno della chiesa, costruendo un ampio presbiterio (1717) con funzioni di oratorio per i confratelli. Altri discutibili interventi per decorare le pareti furono eseguiti all’inizio di questo secolo.

Viene consacrata di nuovo nel 1832 dal card. Gaspare Bernardo Pianetti, vescovo di Viterbo. Nel 1892 la Congregazione di Carità lascia la chiesa aperta al culto, in quella data è coadiutoria della parrocchia di S. Giovanni evangelista in Zoccoli. L’edificio subisce interventi di restauro nei primi anni del ‘900 e la riparazione del soffitto del 1949.

È abbellita da numerose pale e affreschi tra cui L’Angelo e Tobiolo: opera caratterizzata da un foro realizzato per consentire di vedere sulla parete sottostante un più antico affresco con la Madonna con il Bambino probabilmente realizzato da Valentino Picca. Una pala seicentesca con l’Incoronazione della Vergine tra cinque Sante, la Nascita di S. Giovanni, probabilmente contemporanea all’Incoronazione della Vergine con cinque sante (entrambe le tele sono attribuite ad artisti locali), il Dio Padre in gloria tra Cristo e la Vergine e le anime del Purgatorio che decora il soffitto, una Crocifissione del XVIII secolo, Abacuc e l’Angelo e Daniele nella fossa dei leoni di Luigi Vanvitelli e la morte di S. Andrea Avellino di un autore vicino allo Strigelli. A Francesco Maria Bonifazi si devono S. Maria del Suffragio che ha in grembo il Bambino dritto in piedi, mentre un angelo le presenta un’anima purificata che lascia il Purgatorio e il Battesimo di Cristo, mentre il fratello Anton Angelo realizza il Battesimo di Cristo. Rilevante anche l’affresco sulla facciata raffigurante la Vergine del Suffragio.

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[Scheda di Elisa Angelone – Cersal]