Annovazzi, Vincenzo – Vescovo (Civitavecchia, 15 mar. 1779 – Roma, 4 ago. 1850).
Nato da Annunziata Albert e Biagio Antonio, da famiglia notabile originaria di Milano attestata a Civitavecchia dagli inizi del Settecento, fu studente al Seminario di Frascati e allievo del duca di York, dal quale ricevette la tonsura e gli ordini minori. Si trasferì a Roma e nella basilica lateranense ricevette l’ordinazione sacerdotale; il 6 sett. 1803 conseguì il dottorato in teologia al Collegio Romano (ascritto al collegio teologico della Sapienza, nel 1842 ne fu dichiarato censore emerito). Canonico della chiesa civitavecchiese di S. Antonio, nel 1806 su indicazione del concittadino monsignor Strambi cui era legato da un buon rapporto di amicizia, divenne provicario generale per Civitavecchia di monsignor Connestabili, delegato apostolico e vescovo della diocesi di Viterbo di cui allora Civitavecchia faceva parte. Nonostante la carenza di risorse finanziarie, il provicario si adoperò per l’erezione della collegiata nella chiesa di S. Antonio. Con l’occupazione francese degli Stati Romani fu arrestato una prima volta e rinchiuso per pochi giorni a Castel S. Angelo.
Al rientro a Civitavecchia fu nominato giudice conservatore dei privilegi dell’Ordine gerosolimitano, ma di lì a poco, avendo rifiutato di prestare giuramento ai francesi, fu arrestato nuovamente e l’ultimo giorno di luglio del 1810 deportato dapprima a Piacenza e poi in Corsica. Sull’isola fu dapprima a Bastia (fino al maggio 1813) e poi nel carcere duro di Calvi. Fece ritorno nella sua città nel 1814, intenzionato a stabilirsi a Roma; ma su richiesta del delegato Pacca rientrò definitivamente nel gen. del 1815 quale canonico della collegiata di S. Antonio che, per sua iniziativa, fu trasferita nella più vasta e centrale chiesa di S. Francesco. Dal 1814 al 1838 fu direttore del Conservatorio camerale per alunne povere della Divina Provvidenza e in occasione della visita a Civitavecchia del vescovo Severoli fu nominato parroco della chiesa di S. Francesco. Nel dic. 1825 la diocesi di Civitavecchia venne resa indipendente da Viterbo e unita a quella di Porto e Santa Rufina; la chiesa di S. Francesco ne divenne cattedrale e l’A. ne fu primo vescovo suffraganeo. Nel concistoro del 3 luglio 1826 ricevette inoltre la nomina a vescovo di Lero e fu consacrato a Roma in S. Maria in Campitelli dal cardinal Pacca il 9 luglio seguente.
Prelato domestico e assistente al soglio pontificio dal 12 gen. 1838, fu trasferito alla diocesi di Anagni il 15 feb. successivo; prese possesso della diocesi il 20 maggio 1838 e vi rimase per otto anni. Nel corso dell’episcopato anagnino ottenne dal pontefice l’autorizzazione all’ampliamento delle scuole comunali da unire con il seminario diocesano; la solenne inaugurazione avvenne nel 1839. Con delibera del municipio del gen. 1841, i nipoti (figli dell’unico fratello Francesco Antonio) furono ascritti alla nobiltà di Anagni. A seguito del riacutizzarsi dei disturbi tubercolari comparsi già durante la prigionia in Corsica, alla fine di luglio 1846 chiese di essere esonerato dall’incarico episcopale; tenendo conto delle sue condizioni di salute, nel concistoro del 21 sett. Pio IX lo preconizzò vescovo di Iconio in Asia Minore senza obbligo di risiedere in diocesi. A. si stabilì definitivamente a Roma, dove intraprese i lavori preparatori per l’opera storica sulla sua terra per la quale da tempo aveva raccolto copioso materiale. Con gli avvenimenti dell’autunno 1848 su insistenza dei nipoti riparò a Civitavecchia, trattenendovisi fino alla caduta della Repubblica Romana; rientrato a Roma, consegnò all’editore Ferretti parte del suo manoscritto, ma morì mentre si procedeva alla prima bozza delle pagine iniziali. Fu sepolto a Civitavecchia, nella chiesa di S. Francesco.
L’opera storica sulla sua città, Storia di Civitavecchia dalla sua origine fino all’anno 1848, pubblicata a Roma dal Ferretti nel 1853 per cura dei nipoti Domenico e Biagio, è divisa in due parti: la prima tratta gli avvenimenti dalle origini della città fino all’invasione dei saraceni dell’849, la seconda sviluppa in particolare la storia dei secc. XVIII-XIX. In particolare, A. riuscì a raccogliere studi e soprattutto testimonianze dirette sulle vicende che avevano toccato Civitavecchia dall’insorgenza antifrancese del 1798-1799 in poi e a costituire quindi un’importante fonte di riferimento per i successivi studi storici sulla città.
BIBL. – Annovazzi 1853, pp. VII-XXI; Zappasodi 1908, II, pp. 383-384; HC, VII, p. 73; Mercati 1953, pp. 61, 71, 90 n. 88; Vitalini Sacconi 1982, II, p. 266.