Bianchi, Emilio – Eroe di guerra (Ancona, 22 feb. 1882 –  Hudi Log, 24 mag. 1917)

Emilio Bianchi, figlio di Serafino (per altre fonti il nome del padre è Valentino) e Ginevra Silenzi, era nato ad Ancona il 22 febbraio 1882. Visse fino alla maggiore età a Viterbo e qui fu iscritto alla Confraternita del Gonfalone (che lo ricorda tra i suoi caduti nella Grande guerra); la sua famiglia aveva abitato nei pressi di S. Maria Liberatrice (il nonno faceva il conciatore) e poi nella parrocchia di S. Leonardo. Il padre era conciatore di pelli e lui divenne macellaio; si trasferì a Roma e poi fu arruolato. Richiamato nel luglio 1916 fu arruolato nel 1º Reggimento Genio Zappatori ed inviato sul Carso con la 84ª Compagnia del I Battaglione dove si distinse nel Vallone di Doberdò. Nel gennaio 1917 fu gravemente ferito ad Hudi Log (un insediamento nei dintorni di Gorizia)e dopo solo un mese chiese di rientrare al suo reparto. Dopo un breve periodo in cui fu destinato ai servizi logistici di compagnia tornò ad essere operativo ed a partecipare a tutti i più pericolosi fatti d’arme fino a trovarvi la morte compiendo atti eroici che gli meritarono la Medaglia d’oro al valoro militare con la motivazione:

“Sempre primo ove più grave era il pericolo, raggiungeva, sotto violento fuoco, la trincea nemica. Colpito da una granata avversaria che asportava la gamba sinistra, con mirabile sangue freddo estraeva dalla tasca un coltello, e, tagliando i lembi della carne sanguinante, alzava nella mano destra la gamba mozzata gridando parole magnifiche d’incoraggiamento ai propri compagni. Rivoltosi poi al proprio ufficiale esclamava: “Viva l’Italia!” Il giorno seguente perdeva la vita.” (Hudi Log, 24 maggio 1917).

È dedicata a Emilio Bianchi una Caserma a Roma presso la Batteria Nomentana, che in passato ha ospitato il 3º reggimento del genio zappatori e ferrovieri, mentre oggi è sede del Comando logistico dell’Esercito. Sempre ad Emilio Bianchi sono state intitolate due vie, ad Ancona ed a Viterbo. In questa Città anche una scuola è stata intitolata a lui.

BIBL. e FONTI – CEDIDO, Archivio della Confraternita del Gonfalone, Libro dei fratelli, 1901-1955; CEDIDO, Archivio della parrocchia di S. Leonardo, Stati delle anime (1887-1918). M. Galeotti, L’illustrissima Città di Viterbo, Viterbo, 2002, p. 261, 675, 676, 732;  https://www.cadutigrandeguerra.it/CercaNome.aspx; http://www.tusciaweb.eu/2018/02/emilio-bianchi-si-amputo-la-gamba-incito-suoi-combattere/

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]