Bussi Giovanni Battista – Governatore, Cardinale (Viterbo, 29 gen. 1755 – Benevento, 31 gen. 1844).
Figlio della contessa Olimpia Melchiorri e del conte Domenico, discendente da antica famiglia del patriziato viterbese che aveva dato alla Chiesa i cardinali Giovanni Battista e Pierfrancesco; dopo gli studi nel Seminario di Viterbo, nel 1780 conseguì alla Sapienza di Roma la laurea in utroque iure. Nel marzo de1781 fu nominato Referendario e a set. del 1782 ricevette l’ordinazione sacerdotale. Fu prelato domestico, Ponente del Buon Governo e, dal giugno 1795, Segretario della Congregazione delle Indulgenze.
Governatore di Viterbo nel 1799 quando la popolazione gli aveva affidato il governo della città; collaborò a riportare ordine affiancando l’azione del cardinale Muzio Gallo, vescovo di Viterbo-Tuscania. Rimase in quell’incarico fino all’avvento di Pio VII e alla riorganizzazione dello Stato seguita nel 1801. Reggente della Penitenzieria Apostolica dal 29 giugno 1809, fu arrestato il 15 luglio dalle autorità francesi per essersi rifiutato di prestare il giuramento di fedeltà a Parigi. Imprigionato a Castel S. Angelo, venne rilasciato dopo due giorni. Alla fine di agosto egli subì un nuovo arresto; dapprima fu disposto un domicilio coatto presso la sua abitazione, poi deportato a Parigi, dove rimase fino alla Restaurazione. Al ritorno a Roma fu nominato dal cardinal Rivarola Presidente della Commissione degli ospedali della città di Roma e riprese appieno le sue funzioni nel Tribunale rotale e alla Penitenzieria (in questo dicastero fu confermato Gran penitenziere il primo maggio 1815). Nello stesso anno fu Consultore della Congregazione dei Riti. Nel 1823 fu nominato Uditore generale della Camera Apostolica (10 marzo).
Fu il primo cardinale nominato da Leone XIII, che lo insignì della carica di cardinale-prete col titolo di S. Pancrazio dal 24 maggio 1824; fu ascritto a numerose congregazioni (Vescovi e Regolari, dell’Immunità, della Fabbrica di S. Pietro, del Buon Governo). Il 3 maggio 1824 fu nominato arcivescovo di Benevento, carica che conservò fino alla morte. Fu sepolto nel duomo di Benevento; nel testamento, dispose che tutti i suoi beni fossero destinati al Seminario di Viterbo.
Bibl.: C. Weber, Legati e Governatori dello Stato pontificio (1550-1809), Roma 1994, p. 434, 531; G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, Volume terzo, Parte prima, Viterbo, 1964-1969, pp. 249-254; Parte seconda, p. 321; HC, Vol. VII, Padova 1968, p. 18, 109, 110; N. Angeli, Famiglie viterbesi, Viterbo 2003, pp. 81-82 e 75-89 (sulla famiglia).
[Scheda di M. Giuseppina Cerri – Isri; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]