Caccia, Matteo – Medico (Orte secc. XVI-XVII).
Nato da un’affermata famiglia ortana, fu un medico molto noto al suo tempo prestando la sua opera presso l’Ospedale San Giacomo degl’incurabili in Roma. Il Leoncini, un coevo storico di Orte, lo definisce «doctore phisico huomo di bellissime lettere et poeta latino […] con molto seguito nella cura degli Infermi sendo ancora giovinetto».
Morto nel 1644, lasciò un notevole legato di 80.000 scudi per il completamento della chiesa di S. Maria in Porta Paradisi, sulla via di Ripetta, annessa all’ospedale S. Giacomo, la cui ricostruzione era iniziata nel 1628. Sepolto nella stessa chiesa, vi fu eretto l’anno seguente il suo monumento funebre a opera di Cosimo Fancelli, tuttora alla sinistra dell’altare maggiore. Un suo consanguineo, Plinio, cittadino romano, cavaliere, governatore di Montefiascone, pubblicò un volume di Rime (Fermo, Eredi Sertorio de’ Monti e Gio. Bonibelli, 1603), dedicato ad Angelica Giustiniani ne’ Monaldeschi. Nella premessa, data in Viterbo nel 1600, il C. si dichiara «impedito» all’attività letteraria «dalle occupationi de studi legali, e de Governi». Egli risulta inoltre curatore dell’edizione (Roma, apud Jacobum Ruffinellum, 1590) di un’orazione latina di Giulio Roscio, suo concittadino ortano; anche qui la breve premessa è data in Viterbo. Altri due familiari, Lelio e Tullio, vengono segnalati dal Leoncini come Provveditori di palazzo di più pontefici nella seconda metà del Cinquecento.
BIBL. e FONTI – Leoncini, II, c. 326r-v. – Fontanini 1723, p. 313; Vasi 1763, p. 148; Titi 1763, pp. 393-394.
[Scheda di Abbondio Zuppante – Ibimus]