Capalti – Famiglia (Civitavecchia, Secc. XVI –XIX)
La famiglia era oriunda di Visso (e prima ancora di Fossombrone) da dove si era trasferita a Tolfa e poi a Civitavecchia dove era considerata tra le famiglie nobili più antiche. Abbiamo notizia di un Lattanzio figlio di Sebastiano che ha per figli Vannuzio che sposa Lelia De Ascaris e Leonida morto nel 1621. Tra i figli di Vannuzio si ricordano Marcantonio (1574-1624) che aveva sposato prima Serafina Pierleoni di Tolfa e poi Lelia d’Ascaris di Gallese; Celio (1575-1630); Sebastiano che aveva sposato nel 1608 Menica Miglini; Lattanzio che nel 1604 aveva sposato Hostilia Gatti. Tra i figli di Marcantonio si ricordano Francesca che si fece suora nel Monastero della Visitazione a Viterbo; Maria Maddalena che sposò Ottavio Ravarano e poi Luca di Visso; Giovanni Francesco (1591-1637) che sposò Gerolama Bentivogli di Tolfa. Figlio di Maria Maddalena e di Luca fu Giulio che aveva sposato Emiliana di Visso. Da questo matrimonio nacquero tra gli altri Domenico Antonio che fu Visconte a Civitavecchia nel 1717; Giulia che aveva sposato nel 1670 Giuseppe Maffei.
Figli di Domenico Antonio che aveva sposato Maria Angela Capra di Tolfa furono, tra gli altri, Maria Cecilia e Domenica che furono monache a S. Rosa a Viterbo; Agnese che sposò Giovanni Battista Stringelli da cui nacque il pittore Vincenzo Stringelli; Girolamo che fu Visconte nel 1729 e aveva sposato Teresa Vidau. Da questo matrimonio nacquero tra gli altri Margherita, Giulia Rosa e Teresa che furono monache a S. Rosa a Viterbo; Francesco Vincenzo che fu Visconte di Civitavecchia nel 1785 e Benedetto Filippo che fu Visconte nel 1790 e sposò Flavia Pucitta. Dal loro matrimonio ebbero origine tra gli altri Girolamo che fu Camerlengo nel 1801; Giuseppe che fu notaio e Segretario della Comunità di Civitavecchia e Lorenzo che sposò Anna Serafini. Da questi due nacquero Alessandro (1807-1868) che fu pittore e Accademico di S. Luca e poi Annibale (v.) che dopo essere stato Prefetto di diverse Congregazioni romane divenne cardinale.
La famiglia aveva una tenuta fuori Città dove, ai primi dell’Ottocento, ottenne l’autorizzazione ad erigere una cappella con la celebrazione della messa per la famiglia e gli inservienti.
BIBL. – C. Calisse, Storia di Civitavecchia, Firenze 1936 (Forni, ris. an. 1973), p. 468, 532, 547, 567, 600, 614, 625; V. Vitalini Sacconi, Gente, personaggi e tradizioni a Civitavecchia dal Seicento all’Ottocento, Civitavecchia 1982, voll. I-II: I, 45, 60, 69, 163, 200, 223, 244; II, 33, 73, 78, 127, 163, 177, 217, 279-2828.