Cecchini – Famiglia (Viterbo, secc. XVI-XX)
La famiglia, già aggregata alla nobiltà viterbese dal 1542, aveva avuto antenati che a Viterbo avevano svolto ruoli significativi nelle magistrature comunali e nelle attività mercantili fin dal secolo XIV. All’inizio del Cinquecento li troviamo esercitare il traffico di spezie ed essere presenti negli uffici finanziari del Comune di Viterbo. La linea della discendenza si sviluppa in quel secolo con Giacomo che aveva sposato Violante di ser Napoleone e da cui nacquero tra gli altri Camillo (che si divise tra Viterbo e Vitorchiano), Ottavio che si trasferì nel castello di Giove, Attilio che fu capitano per la Repubblica di Venezia e morì combattendo, Giacomo che sposò Cherubina di Montefiascone e che diede seguito alla discendenza. Da loro nacque un altro combattente per la Repubblica di Venezia che fu Enea e che si sposò con Altadonna Galatea di Palmanova dalla quale ebbe un unico figlio, Attilio, che nel 1645 chiedeva di essere reintegrato nella nobiltà viterbese e che negli anni successivi era più volte componente delle magistrature cittadine. Suo figlio Antonio Camillo fu canonico della cattedrale di Viterbo mentre il fratello Giacomo fu avviato alla carriera delle armi divenendo capitano ma fu anche, nel 1688, Conservatore del Comune di Viterbo come più tardi suo figlio Antonio e l’altro figlio Giacomo. Dal matrimonio di quest’ultimo con Vittoria dei marchesi Especo y Vera derivò una numerosa prole e tra questi Paolo che fu notaio e nel 1802 era Segretario del Comune di Viterbo. Giacomo e i suoi figli nel 1823 mettevano in vendita la tenuta detta le Masse di San Sisto presso il fosso Paliano. Tra i figli di Giacomo non vi fu una discendenza numerosa: si ricorda un Paolo che fu ingegnere capo della Provincia di Viterbo e morì celibe nel 1910; Giuseppe che nel 1875 risiedeva a Vitorchiano; Giacomo che fu commendatore della legion d’onore, membro della Guardia nobile pontificia, sposato con la contessa Maria Pocci dalla quale poi si separò. Visse da solo gli ultimi anni in una sua proprietà a Vitorchiano e morì nel 1911 e in questo periodo curò la pubblicazione dei regesti del notaio Angelo Cecchini (1373-1375) stampato nel 1914.
La famiglia aveva dimora in contrada Santo Stefano, nella parrocchia di Santa Maria Nuova, poi all’Orologio Vecchio e nel territorio della parrocchia di San Luca. Avevano sepolture alla Trinità, a San Francesco e a Santa Maria Nuova.
BIBL. – N. Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo 2002, pp. 120-122.
[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]