Clarelli Paracciani, Nicola – Cardinale (Rieti, 12 apr. 1799 – Vico Equense, 7 lug. 1872).
Di nobili natali, figlio del marchese Giuseppe e di Teresa Paracciani discendente a sua volta di una famiglia ascritta dal 1746 al Libro d’oro della nobiltà romana, annoverava tra i suoi parenti in linea paterna un vescovo di Rieti, Girolamo Clarelli, e in quella materna due cardinali, Gian Domenico e Urbano Paracciani. Cameriere segreto di Pio VII dal 1819, fu inviato dal pontefice a Lisbona come legato apostolico presso il nunzio De Cunha eletto cardinale il 17 sett. di quell’anno.
Al ritorno a Roma, dopo pochi mesi in Portogallo, fu nominato prelato domestico e referendario (giugno e luglio 1820). Il primo giugno 1822 ricevette l’ordinazione sacerdotale e nel luglio successivo conseguì la laurea in utroque iure alla Sapienza. Negli anni tra il 1820 e il 1823 ricoprì numerosi incarichi curiali: canonico di S. Pietro in Vaticano, fu ponente della Congregazione del Buon Governo, prelato della Congregazione del Concilio e giudice della Fabbrica di S. Pietro. Nel 1823 fu nominato assessore del tribunale del Governatore di Roma; due anni più tardi ne divenne primo assessore.
Nominato segretario della Congregazione delle Acque nell’ott. 1826, divenne l’anno seguente segretario ed economo della Fabbrica di S. Pietro. La morte di Pio VIII nel dic. 1830 e la conseguente indizione del conclave richiesero il rientro a Roma del cardinal legato di Bologna: il compito fu affidato al C., con la qualifica di pro-legato. Egli si rivelò totalmente impreparato ad affrontare, nel feb. 1831, l’insurrezione della città e delle Legazioni; rinunciò all’esercizio di qualunque forma di controllo e repressione, lasciando di fatto la città nelle mani del commissario provvisorio. Rientrato a Roma, riprese le sue funzioni di segretario ed economo della Fabbrica di San Pietro fino alla nomina a chierico di Camera e presidente degli Archivi (1836).
Dal gen. 1843 all’assunzione del cardinalato fu segretario della Consulta. Il 25 gen. 1844 fu nominato cardinale prete con il titolo di S. Pietro in Vincoli e divenne membro della Congregazione dei Vescovi e Regolari, dell’Immunità, della Fabbrica di S. Pietro e della Consulta. Contemporaneamente ricevette la nomina vescovile per la diocesi di Montefiascone e Corneto; fu consacrato dal pontefice l’11 feb. successivo. Arrivato in Diocesi avviò le visite pastorali che condusse quasi ogni anni per tutto il decennio successivo. Assistette ai rivolgimenti della Repubblica romana che a Montefiascone portarono all’assedio al Palazzo vescovile dal quale il C. era fuggito imbarcandosi a Tarquinia da dove aveva raggiunto il Papa a Gaeta. Rientrato a Roma e di qui tornato a Montefiascone si ammalò e, per consiglio dei medici, lasciò la città per curarsi a Roma dove rimase fino alla morte. Negli anni del suo episcopato il Papa decise il distacco della Diocesi di Tarquinia da Montefiascone e la sua unione a Civitavecchia: cosa che il clero e il popolo di Montefiascone non perdonarono al C. quasi fosse stata la sua eccessiva accondiscendenza a provocare lo smembramento.
Lasciò l’episcopato nel giugno 1854, chiamato da Pio IX alla presidenza della Commissione dei Sussidi che tenne fino al 1860. Membro della Congregazione di Propaganda (1858) e del S. Uffizio (1860), fu prefetto della Congregazione dei Vescovi e Regolari e della Disciplina dei Regolari dall’ott. 1860 al 1863, quando ricevette la nomina a segretario dei Brevi.
Vescovo della diocesi suburbicaria di Frascati dal 22 gen. 1867, fu nominato arciprete della Basilica vaticana e prefetto della Fabbrica di S. Pietro il 16 ott. 1870. Fu inoltre protettore dell’Ordine Cistercense dal 1856 e dell’Ordine dei Francescani Conventuali dal 21 apr. 1861.
BIBL. e FONTI – Cedido, Archivio dell’antica Diocesi di Montefiascone-Tarquinia, serie “Visite pastorali”, Fld. XXIV; HC, VII, pp. 33-34, 44, 270, VIII, 1978, p. 45; Weber 1978, pp. 634-635; Boutry 2002, pp. 346-347 (con rif. alle fonti d’archivio e bibl.); Wolf 2005, pp. 337-338 (con rif. alle fonti d’archivio e bibl.); A. Patrizi, Storia del Seminario di Montefiascone, Montefiascone 1990, p. 237; S. Cruciani, L. Mezzetti, Storia dei vescovi di Montefiascone, Montefiascone 1987, pp. 159-162.
[Scheda di M. Giuseppina Cerri – Isri; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]