Diotallevi, Bernardino – Stampatore (1586-1657)

Il 1° dicembre 1639 Bernardino Diotallevi riceveva dal Comune di Viterbo la nomina a stampatore comunale rilevando così l’attività che era stata di Agostino Discepoli del quale Bernardino aveva sposato in seconde nozze la sorella Laura (in prime nozze aveva sposato Vittoria Pelosi e dopo la Discepoli sposerà Dorotea Marozzi vedova di Agostino Polidori). Figlio di Mariano e di Silveria, ultimo di cinque figli, Bernardino non riuscì ad istaurare un buon rapporto con gli amministratori comunali che tentarono a più riprese di trovare un altro stampatore. Nonostante ricevesse per contratto 2,50 scudi mensili come sua provvisione, egli non si dichiarò mai come “Stampatore pubblico” o “Comunale” preferendo mantenere la sua indipendenza e non accettando controlli da parte dei magistrati comunali. Nel 1641, al tempo della prima guerra di Castro, la provvisione del Comune fu sospesa e i rapporti, anche per questo, diventarono ancora più tesi. Nel 1645, alla morte di Laura Discepoli (che era la proprietaria della tipografia) il marito e i figli ne diventano gli usufruttuari. A quel punto i figli Mariano e Girolamo, che da tempo avevano cominciato a collaborare con il padre nella stamperia, iniziarono l’azione per diventare unici responsabili dell’azienda. A tal fine, nello stesso giorno si sposarono il primo con Giulia, vedova di Domenico Martinelli, mentre Girolamo sposava la figlia di Giulia, Caterina: le risorse così acquisite consentirono ai due fratelli di mettere da parte il padre e prendere direttamente la conduzione della stamperia che condurranno fino al 1666 quando subentrerà Pietro Martinelli, fratello di Caterina. Mariano dapprima aveva liquidato la parte del fratello Girolamo e poi aveva ceduto tutta l’attività al cognato-figliastro Pietro che proseguirà nell’impresa fino ai primi del XVIII secolo.

Nella produzione di Bernardino e dei suoi figli saranno numerose le copie di pubblicazioni di circostanza come orazioni, avvisi, relazioni, composizioni poetiche ma sono presenti anche volumi di maggior impegno. La vendita di questi prodotti accanto alle provvisioni del Comune e alla vendita di prodotti commissionati dal Comune (come bandi ed editti, liste di prezzi e altri avvisi) facevano dell’arte tipografica una fonte di significativi guadagni che ponevano gli stampatori al livello della classe medio-alta, accanto ai notai e ai medici. Tra le pubblicazioni più significative di questi anni vi sono i sinodi di Francesco Maria Brancaccio per Viterbo-Tuscania, i sinodi Angelo Gozzadini per Civita Castellana-Orte, di Gaspare Cecchinelli per Montefiascone-Corneto, le opere di Cesare Crivellati sulla medicina, quelle di Coretini su santa Rosa (tra quelle che più direttamente interessavano la storia e la vita del nostro territorio).       

BIBL. – A. Carosi, Le edizioni di Bernardino, Mariano e Girolamo Diotallevi (1631-1666) e di Pietro Martinelli (1666-1704) (Annali della tipografia viterbese, III), Viterbo 1990, passim.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]