Farnese, Ranuccio (di Pietro) – Condottiero (Sec. XIV – 10 ago 1450)

Figlio di Pietro Bartolomeo di Ranuccio di Cola e di Pentasilea Dolci di Corbara, era nato probabilmente nel penultimo decennio del XIV secolo. Era il periodo in cui la sua famiglia tentava di farsi strada tra le vicine stirpi signorili degli Orsini e dei Prefetti di Vico per il predominio dell’area tra il Patrimonio di S. Pietro e la Repubblica di Siena. Sopravvissuto alla rivolta degli abitanti del castello di Ischia nella quale rimasero uccisi alcuni fratelli del padre, Ranuccio crebbe accanto a lui e allo zio Pietro Bertoldo dai quali apprese l’esercizio delle armi. Nel 1414 era probabilmente agli assedi di Viterbo e di Orvieto al seguito del re di Napoli Ladislao e nel 1416 rappresentava la famiglia negli accordi che stipulava con Siena in nome della quale condusse anche la guerra contro gli Orsini di Sovana e Pitigliano. Alcuni anni più tardi militò per la Signoria fiorentina nella guerra contro i Visconti ma fu fatto prigioniero e sospettato di accordi con il nemico: si salvò per l’intervento di papa Martino V. Allora ritornò ad occuparsi delle questioni dei suoi possessi. In tale direzione riuscì gradualmente ad accrescere in potenza e ricchezza.

Gregorio XII gli rinnovò l’investitura di Vicario e Governatore del Castello di Latera nel 1408. Martino V gli confermò privilegi e infeudazioni pregresse e gli concesse nel 1422 il castello di Piansano. Nel 1419 era stato Senatore di Roma. Durante il pontificato di Eugenio IV partecipò, dalla parte del Papa, alla guerra contro il baronaggio ribelle. Nel 1431 prese e distrusse il castello di Vico, l’anno successivo di quello di Tolfanuova. Poi fu sotto il comando di Giovanni Vitelleschi nella guerra contro i Colonna. Nel 1443 riconquistò Toscanella (Tuscania) sottraendola al dominio di Francesco Sforza.

I servigi offerti al papa e i crediti che aveva accumulato nei confronti della sede apostolica gli consentirono dopo il 1431 di ottenere il vicariato perpetuo su Valentano e Latera e successivamente anche di Marta e di Montalto e di altre terre. Le rendite che riscuoteva per i diritti signorili, per le vendite di grano, per gli interessi sui prestiti fatti gli consentirono di investire tali risorse in titoli del debito pubblico (non solo pontificio) e quindi di allargare la rete delle alleanze.

Il suo matrimonio con Agnese Monaldeschi rinforzò i suoi legami con Orvieto mentre aveva consolidato la sua posizione a Viterbo e a Roma. A Viterbo diede il via alla costruzione del Palazzo di famiglia ora noto come Palazzo Farnese. Nel 1448 fede erigere sull’Isola Bisentina il Mausoleo destinato a diventare il sepolcro della famiglia. Nel 1450, redigendo il testamento poco prima di morire, lasciava al fratello Bartolomeo i diritti su Latera e Farnese mentre trasmetteva ai figli i possessi di Ischia e di tutti i luoghi tra il Lago di Bolsena e il Mare che formeranno poi il Ducato di Castro.

BIBL. – DBI, vol.  45, pp. 141-144; F. M. Annibali, Notizie storiche della casa Farnese…, Montefiascone, 1817-1818, I, pp. 29-35; B. Caprio, I Farnese del ramo di Latera e Farnese, Grotte di Castro 2018, pp. 35-49; I. Ciampi, Cronache e statuti della città di Viterbo, Bologna 1976, ad indicem.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]