Gazzale (Gazale), Giovanni Battista – Architetto (Sarzana, Sec. XVII – Viterbo ?, 1739).
Figlio di Agostino e di Maria Teresa Stronati, è qui ricordato perché, in qualità di architetto di fiducia del principe Ruspoli, a lui si deve il rifacimento di Vignanello nei primi anni del Settecento; ivi visse e si sposò. Probabilmente lavorò fin da giovanissimo con l’architetto di fiducia della famiglia Ruspoli, Giovanni Battista Contini che, tra i vari lavori per loro, aveva progettato per il feudo di Vignanello la chiesa collegiata di S. Maria della Presentazione, di cui aveva anche seguito i lavori nella prima fase della costruzione, come risulta dai documenti del 1710 rogati dal notaio Pietro Paolo Grasselli (Misure e stime di cose da demolire per la costruzione della collegiata, b. 211, cc. 41v, 42,45v, 46,49-50, 55, 56). Molto probabilmente G. fu in quegli anni in Vignanello per seguire i lavori della collegiata come vice del Contini, tanto che nella cronaca della cerimonia di consacrazione della chiesa (1725) si legge «sub inventione, studio, ac diligenti delineatione» di G., mentre Contini non è nominato (AS Viterbo, not. Ciambella, b. 236, c. 46).
La frequentazione con il citato notaio Grasselli portò alle sue nozze con la sorella del notaio, Rosa Angelica (Vignanello, chiesa di S. Giovanni Decollato, 11 dic. 1712). Dal matrimonio nacquero quattro figli: Teresa, Agostino, Nunziata, Lorenza. La parentela con la famiglia Grasselli si strinse ulteriormente quando, alla morte della moglie (14 nov. 1727), G. si risposò con la nipote della stessa, figlia del notaio Pietro Paolo e sorella di Giovanni Francesco Grasselli. Dalle nuove nozze, celebrate il 10 marzo 1728, nacquero altri cinque figli. Il G. fu per tutta la vita l’architetto di fiducia del principe Ruspoli, a Vignanello, a Viterbo, a Roma e negli altri suoi possedimenti laziali. Dal marzo 1716 al marzo 1720, essendo stati sospesi i lavori della collegiata a Vignanello per dissapori tra Ruspoli e gli abitanti del luogo, G. si trasferì nelle terre di proprietà Ruspoli a Riano, dove fu «dispensiere, guardaroba, e architetto di campagna».
Dal 1720 tornò a lavorare a Vignanello dove fu nominato «ministro del luogo» e architetto soprintendente alla fabbrica della collegiata, con stipendio mensile di 6 scudi. Fu perciò architetto «assoluto» della fabbrica della nuova collegiata di Vignanello, della sistemazione del lato settentrionale della piazza, dove furono demolite le antiche case medievali e costruito il palazzo con porticato; nel 1726 fu incaricato dal principe di progettare sette chiese, mai edificate, nel territorio di Vignanello e, dal 1727 al 1730, progettò e diresse i lavori per il palazzetto delle carceri di Vignanello nell’antica piazza della Torre (oggi largo Gramsci); di fronte al palazzetto innalzò la colonna citatoria sormontata dalla statua della Giustizia in bronzo (ora nel parco del castello Ruspoli). Lavorò anche a Viterbo, in occasione della beatificazione di Giacinta Marescotti, prozia del Ruspoli, nel monastero e nella chiesa di S. Bernardino dove la beata era stata monaca e, dal 1727, ricevette l’incarico di progettare ivi la chiesa della SS. Trinità degli Agostiniani, della quale assunse la direzione dei lavori fino al 1738. Dal 1733 ebbe incarichi dal principe anche a Roma, dove, nel 1736 è documentato come architetto dei padri delle Scuole Pie. Nel nov. 1735 ordinò trentanove piastre di piombo per coprire il campanile della collegiata di Vignanello. Morì nel 1739, come si evince dall’apertura del testamento (AS Viterbo, not. Loppi, b. 233, c. 83, 4 giugno 1740).
BIBL – Curii 1990, p. 8 n. 17; Anna Maria Pacelli in DBI, 52, pp. 755-756 (con fonti e ricca bibl.).
[Scheda di Orietta Sartori – Ibimus]