Maidalchini – Famiglia (Viterbo, Sec. XVI-XVIII)
Famiglia nobile di Viterbo resa famosa da donna Olimpia (v.). Originari di Perugia e di Gubbio, poi stabiliti in Acquapendente nel corso del 1500 (ivi attivi come notai e con sepolcro nella chiesa del Santo Sepolcro), i M. si attestarono a Viterbo con il capitano Sforza (1561-1623), che in seconde nozze sposò Vittoria Gualtieri (o Gualterio), figlia del marchese Giulio, castellano della rocca di Viterbo. Favorito dal cardinal Alessandro Sforza, il capitano Sforza fu castellano di Civita Castellana (1591), commissario per la tratta dei grani nel 1593, all’indomani di un periodo tragico per la vita della popolazione per una grave carestia. Nel 1595 ebbe l’appalto delle carni per la Provincia del Patrimonio e nel 1611 acquistò la cittadinanza di Viterbo: tra il 1621 e per nove anni ebbe l’appalto della gabella sulla carne della Provincia del Patrimonio. Morì nel 1623 e fu sepolto in S. Maria in Gradi.
Lasciava i figli Olimpia (v.), Andrea (v.), Ortensia (monaca poi badessa in S. Domenico) e Margherita (monaca in S. Domenico). Per eredità del primo marito di donna Olimpia Paolo Nini, rimase alla famiglia M. il palazzo già Nini. Divenuti con Andrea marchesi di Ripa Alta (con Corbara e Prodo, castelli nel territorio di Orvieto), un suo figli, Francesco Maria fu vescovo di Aquino e poi di San Severino Marche prima di essere creato cardinale; fu governatore di Capranica e fu sepolto in S. Maria in Gradi.
I M. si estinsero in Andrea junior (v.), proseguendo in linea femminile nei marchesi Ottieri, a loro volta estinti nei Della Ciaja Agazzari di Siena. Un ramo rimasto ad Acquapendente si estinse probabilmente entro il sec. XVIII.
Arme: d’azzurro al muro d’argento mattonato di nero, sormontato da tre merli d’argento e accompagnato in capo da tre stelle d’oro.
BIBL. – Signorelli 1968, pp. 96-98; Chiomenti Vassalli 1979, p. 11 ; Angeli 2003, pp. 292-296, 747-748 (con completo albero genealogico e rif. alle fonti d’archivio).