Malavista  Bartolomeo – Notaio (Viterbo, sec. XVII).

Nobile viterbese, dottore in legge, svolse attività legale ed ebbe incarichi pubblici nelle magistrature della città, divenendo segretario comunale. Negli anni 1658 e 1660 curò, per conto dei creditori e interessati, l’inventario dei beni dei defunti stampatori comunali di Viterbo, Bernardino e Girolamo Diotallevi. Sposò nel 1660 la nobile viterbese Livia di Angelo de Angelis.

Membro dell’Accademia degli Ardenti, promosse attivamente l’attività teatrale della città e nel 1668 formò con altri notabili un’associazione per l’allestimento di due opere di Antonio Cesti (Argia e Dori). Tre anni dopo come magistrato e rappresentante degli Ardenti dedicò al governatore monsignor Rodolfo Acquaviva lo spettacolo (L’Anibale in Capua) con cui si inaugurò il nuovo teatro cittadino (l’opera, già rappresentata a Venezia, ebbe una nuova versione musicale di compositore non menzionato; la partitura manoscritta è conservata nella Biblioteca Vaticana).

Nel 1680 costituì, insieme a Marcantonio Calabresi e Giovanni Battista Salendi, una società sopra l’appalto della gabella generale della città. Nel 1683, come segretario del Comune, scrisse una relazione in occasione della cerimonia di possesso del nuovo vescovo cardinal Urbano Sacchetti (Relazione dell’ingresso solenne fatto nella città di Viterbo dall’eminentissimo e reverendiss. sig. card. Sacchetti, suo vescovo, Viterbo, appresso Pietro Martinelli. 1683).

Suoi parenti (figli?) furono Carlo, studente nel collegio dei Gesuiti di Viterbo nel 1676, e Giuseppe, che come convittore del Seminario della città cantò nella rappresentazione dell’opera tragicomica Trionfo della virtù, posta in musica da Pier Maria Signorini (Viterbo, 1677).

BIBL. – Franchi 1988, p. 432; Carosi 1990, pp. 166, 176, 185, 193, 199, 293, 298; Angeli 2003, pp. 96, 190, 315,408, 463.

[Scheda di Orietta Sartori – Ibimus]