Moscatelli, Scipione – Stampatore (S. Martino al Cimino, 2 sett. 1813 – Viterbo, 1907)

Nato Viterbo il 2 settembre 1813, aveva frequentato da ragazzo le scuole dei padri della Dottrina Cristiana e poi era entrato nel Seminario vescovile di Viterbo. Era un giovane aitante e coraggioso e aveva preso parte più volte alla giostra della bufala in Piazza del Comune vincendo il palio e diversi premi. Lavorava nell’azienda del padre Domenico con il fratello Giuseppe e si era sposato, ormai avanti negli anni, con Anna di Nicola Grispigni. Dal matrimonio erano nati Cecilia e Nicola. Il fratello di Scipione, Giuseppe, era stato consigliere comunale durante la Repubblica romana nel 1849 e nuovamente dopo il 1857.

Il padre Domenico (di famiglia originaria dell’Umbria e arrivata a Viterbo ai primi del Settecento) aveva preso in enfiteusi perpetua nel 1847 dal Seminario di Viterbo i locali dell’ex convento dei frati Minimi di S. Francesco di Paola, alle Fortezze, fuori Porta Romana e risultava esercitare l’attività di negoziante di “chincaglierie, pellami e zolfanelli fosforici” ed era di condizione più che soddisfacente visto che pagava una tassa annua di 42 scudi. Dopo il 1855, morto il padre, Scipione rinnova l’enfiteusi e comincia a costruire carte da gioco, abbandonando la fabbrica di fiammiferi e le altre attività commerciali. Il mazzo più antico di carte uscito dai torchi del Moscatelli risale agli anni 1867-1870. Quelle carte erano acquarellate a mano, misuravano mm. 45 x 90, il dorso o rovescio era decorato a stelle e cuori alternati (ma destinato a cambiare spesso). Non si conoscono i modelli ai quali l’artista-incisore si era rifatto. La fabbrica impiegava oltre 30 operai, in prevalenza donne. Il Moscatelli seguì la sua azienda fino quasi alla fine del secolo, aggiornandosi continuamente sul progredire delle tecniche e riuscendo a mantenere alto il nome della sua azienda. Quando la direzione passò al figlio Nicola, questi dopo poco tempo chiuse la fabbrica e concesse la privativa a Guglielmo Murari di Bari che però non riuscì a proseguire nell’attività e quindi nel 1914 l’azienda, le macchine e il nome furono rilevati dal Enrico e Giulio Agnesotti, tipografi viterbesi, che mantennero attiva quella produzione sino al 1953. L’ex convento delle Fortezze fu donato da Nicola Moscatelli all’Ospizio di San Carlo (oggi Giovanni XXIII) nel 1932 essendo rimasto celibe.

BIBL. – A. Carosi, Scipione Moscatelli fabbricante di carte da gioco e di fiammiferi, in “Biblioteca e società”, anno II, n. 1, pp. 21-28.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]