Oddi, Giacomo – Cardinale (Perugia, 11 nov. 1679 – ivi, 1° maggio 1770).
Figlio di Pietro, conte di Antignola, discendeva da una nobile famiglia perugina. Laureatosi in legge nel 1702, grazie alla protezione dello zio, il cardinal Antonio Banchieri, ottenne a Roma l’ufficio di referendario di Segnatura (1° luglio 1706) e poi di protonotario apostolico partecipante. Clemente XI gli assegnò il governo di Rimini (1° gen. 1708), poi della Sabina (27 dic. 1709), di Fabriano (12 sett. 1710), di Ascoli (17 apr. 1717), di Ancona (6 apr. 1718), di Civitavecchia (4 feb. 1721), Innocenzo XIII quello della Provincia del Patrimonio (17 luglio 1721), mantenuto fino al 1732. Il suo zelante impegno a Viterbo fu molto apprezzato dalla cittadinanza, in particolare l’apertura della Porta della Verità nelle mura cittadine in occasione della visita di Benedetto XIII (1727) e l’iniziativa di lastricare le vie cittadine, tanto che gli fu conferita la Gran Croce dell’Ordine gerosolimitano.
Nel 1731, dopo la morte di Antonio Francesco Farnese, fu inviato a Parma in qualità di commissario dello Stato Pontificio; il 1° luglio 1732 fu nominato nunzio a Colonia e nel 1739 a Lisbona. Il 9 sett. 1743 Clemente XII lo nominò cardinale, assegnandogli il titolo di S. Girolamo degli Schiavoni, poi fu legato di Urbino (1743-1744) e della provincia della Romagna (1746-1750). Il 22 sett. 1749 gli fu assegnata la diocesi di Viterbo; in quell’occasione Pier Maria Ghini, membro dell’Ordine dei Minimi, gli dedicò il componimento encomiastico Nuovo argomento di lode della cospicua città di Viterbo per la destinazione dell’e.mo cardinale Iacopo Oddi (Forli, nella stamperia di Achille Marozzi, 1750) ed è probabilmente del 1749 la lettera pastorale indirizzata alla sua Diocesi (Epistola pastoralis ad clerum et populum Viterbiensem et Tuscanensem, Ravennae, apud Antonium Mariam Landi, 1749?).
Il 28 marzo 1751 prese possesso della carica, avendo trascorso l’anno giubilare del 1750 a Roma. Nella diocesi viterbese si adoperò per una maggiore moralizzazione del clero e cercò di tenere una posizione moderata nell’ambito delle controversie tra potere ecclesiastico e civile. Promosse la causa di beatificazione di Pietro Fioretti (1668-1750), cappuccino viterbese, noto con il nome di fra Crispino da Viterbo, che aveva speso la sua vita nell’assistenza dei poveri e degli ammalati. Nel 1756 fece consacrare l’edicola della venerata immagine di S. Maria delle Grazie o della Grotticella, assegnandole un cappellano; l’anno dopo consacrò nuovamente la chiesa del Gonfalone. Nel 1758, durante la sua assenza per la partecipazione al conclave per l’elezione di Clemente XIII, scoppiarono dei disordini in città, che l’O. preferì non punire. Tra i suoi protettori figurava il cardinal Pietro Francesco Bussi, di origine viterbese, decano della Congregazione del Buon Consiglio e della S. Rota. Come esecutore testamentario del principe Girolamo Pamphili, morto il 21 dic. 1760, O. curò l’assegnazione di un ricco lascito al Conservatorio delle zitelle di Viterbo, all’incremento del patrimonio immobiliare e dotale di quest’ultime.
Nell’apr. 1762 accolse Clemente XIII a Castel di Guido e accompagnò il pontefice nella visita a Civitavecchia e Corneto (oggi Tarquinia). Tra il 7 e il 9 novembre organizzò un sinodo diocesano, in cui emanò rigide norme sul culto e sulle prerogative dei canonici e del clero, prescrivendo inoltre che con cadenza quinquennale si compilasse una copia degli atti demografici delle parrocchie da conservarsi nella cattedrale (Constitutiones editae ab eminentissimo, et reverendissimo D.D. Jacobo…Episcopo Viterbiens., ac Tuscanen. in Dioecesana Synodo habita in Cathedrali Ecclesia S. Laurentii Viterbii Diebus VII. VIII., et IX Novembris A.D. MDCCLXII, Viterbii, Ex Typographia Episcopali Dominici Antonii Zenti, MDCCLXIII). Tali prescrizioni, così come i decreti emanati nel corso delle sue visite pastorali tra il 1752 e il 1765, suscitarono nel clero notevole malcontento, che sfociò nella redazione di un opuscolo di protesta (Animadversiones ad viterbiensem synodum eminentissimi, ac reverendissimi domini cardinalis episcopi Oddi, prob. Viterbo 1764) in cui il canonico teologo Giovanni Francesco Palmerini e il cancelliere Vincenzo Morgna erano tacciati di influenzare negativamente il vescovo; le autorità comunali criticarono invece il rigido obbligo del riposo festivo. Il dissenso poi muoveva anche dal clero di Tuscania che rivendicava un ruolo nel governo della Diocesi che l’O. non era disponibile a riconoscere e che negli anni successivi sfocerà una aspra contesa tra il clero viterbese e quello di Tuscania. Per dirimere le questioni il papa inviò un commissario da Roma perché visionasse gli atti sinodali e chiarisse le questioni controverse. Un altro problema sollevato dal clero fu il rifiuto di pagare la quota prescritta per il mantenimento del seminario. Nel frattempo l’O. si era trasferito nella villa della Palanzana, da lui ristrutturata e ampliata, vicina all’omonimo eremo dei Minori francescani. La Palanzana era stata adibita a residenza di villeggiatura per i vescovi dal predecessore monsignor Alessandro Degli Abbati. L’O. si impegnò comunque con alacrità a favore della cittadinanza in occasione delle carestie del 1764 e del 1766. Nel 1767, gravemente ammalato, rassegnò le dimissioni dalla sua carica, che non furono accettate: egli restò quindi titolare della diocesi, avvalendosi di collaboratori per l’amministrazione. Il 30 ago. 1769, dopo aver partecipato al conclave dell’elezione di Clemente XIV, si recò a Perugia per motivi di salute, lasciando a rappresentarlo il bolognese Egidio Mengarelli, vicario apostolico di Viterbo dal 9 marzo 1770 che negli anni successivi condurrà una accurata visita apostolica. Ivi morì e fu sepolto nella cattedrale, cui aveva lasciato una parte dell’eredità. A Viterbo si celebrarono esequie in sua memoria, con orazione del canonico Giuseppe Longhi; la diocesi, a causa dei forti contrasti con il clero locale, fu amministrata dal Mengarelli ancora per 19 mesi.
BIBL. e FONTI – Cedido, Bibl. Cap. Viterbo, Codici membranacei e cartacei, vol. 224 (Annibaie Mariotti, Della malattia e morte dell’eminentiss. card. Oddi e della sezione del suo cadavere, ms., Viterbo 1770); Cedido, Archivio dell’antica Diocesi di Viterbo-Tuscania, Serie “Visite pastorali”, Visite Oddi. Bruschi 1743; Alessandro da Bassano 1761; Oddi 1763; Oddi 1764; Moroni, XLVIII, pp. 258260; Gams, p. 738; Signorelli, III/1, pp. 197-214; Vitalini Sacconi 1982, I, pp. 224-225; Carosi 1985-86, p. 91; Jean-Michel Sallman, Crispino da Viterbo, in DBI, 30, pp. 803-804; Weber 1994, p. 618; Carosi 1997a, ad indicem; DBI, vol. 79, pp. 109-110.