Pamphili Giovanni Battista – Principe (Roma, 24 giu. 1648 – ivi, 6 nov. 1709).
Figlio primogenito di Camillo e di Olimpia Aldobrandini, fu alla morte del padre (1666) principe di San Martino e titolare degli altri feudi di famiglia (principe di Valmontone, principe di Meldola e Sarsina, duca di Montelanico, marchese di Montecalvello, conte di Talamello, signore di Gorga, Lugnano, Grotte Santo Stefano, Alviano e Attigliano); alla morte della madre (1681), cui era molto legato, ereditò titoli e beni degli Aldobrandini.
A Valmontone, accanto al palazzo costruito da suo padre, fece abbattere l’antica chiesa collegiata per elevarne una nuova; i lavori, a cui fu indotto da una sollecitazione del gesuita Giovanni Giorgio Senepa, si svolsero dal 1683 al 1690 sotto la direzione dell’architetto Mattia De Rossi. La chiesa, fra le più interessanti realizzazioni artistiche del Seicento laziale, fu consacrata e aperta al culto nel 1689, come ricorda un’iscrizione al suo interno; la spesa complessiva fu per P. di circa 20.000 scudi, ivi compreso il bell’organo. In precedenza P. aveva condotto lavori nel casale di Torrenova (1678), in particolare nella cappella, dove fu posto «un paliotto di corame
Molto amò Villa Aldobrandini a Frascati, dove ospitò con splendore la principessa La Trémoille Orsini nel set. 1685 e la duchessa di Modena nel maggio 1687; prima del 1696, oltre a condurvi lavori idraulici, «ha circondato la villa tutta di muro di vasto giro […] includendovi boschi e prati, per quantità di bestie da caccia» (Eschinardi). Nel 1697 ricevette papa Innocenzo XII nella sua villa di Nettuno splendidamente apparata. Sposò nel 1671 la dama bolognese Violante Fachenetti (1649-1716), avendone cinque figli, di cui tre gli sopravvissero: Olimpia (1672-1731), moglie del contestabile Filippo Colonna (1697); Camillo (1675-1747), suo erede come titolare dei feudi, marito della dama genovese Teresa Grillo, ma rimasto senza prole; Girolamo (1678-1760), ultimo della stirpe. Visse nel palazzo al Corso, mori di ritenzione d’urina e fu sepolto nella tomba di famiglia a S. Agnese in Agone.
BIBL. – Eschinardi 1696, pp. 366,453; Marocco, IX, p. 117; Tomassetti, III, p. 457, IV, p. 457; Silvestrelli, p. 169; Garms 1972, pp. 292-294; Belli Barsali – Branchetti 1981, pp. 63, 182, 249, 324; Di Re 1984 (con citaz. da Carlo de Romanis, Dissertazioni sopra il sito del antico e moderno Labico, ms. nell’Arch. Doria Pamphilj, scaff. 60, b. 19); Menichella 1985, pp. 37, 94-103; Lefevre 1990, pp. 170-175.
[Scheda di Saverio Franchi – Ibimus]