Porticelli – Famiglia (Viterbo, Secc. XV – XVIII)
Capostipite è un Menicangelo di Pietro di Sutri che è calzolaio e cittadino viterbese come risulta da un documento del 1479, residente nella parrocchia di San Marco dove verrà sepolto. Nel tardo Cinquecento gli esponenti di questa famiglia adottarono il nominativo “Porticella” o “Porticelli” già appartenuto ad altra famiglia di Viterbo. I discendenti di Menicangelo si erano dedicati al commercio di spezie e di salse raggiungendo una ragguardevole posizione economica. Nel 1581 e nel 1604 Nicola di Mariano risulta essere nel ramo delle pizzicherie. Cesare e Domenico, fratelli di Nicola e attivi nel commercio, daranno vita a due linee genealogiche che si prolungheranno fino alla fine del XVIII secolo.
Domenico si occupava della produzione e del commercio del grano e contrasse matrimonio con Laura Chiarola. Il loro figlio Francesco sposò Cecilia Calabresi nel 1615. Tra i loro figli vi fu Mariano che sposò Caterina Chirichera e da loro discesero Porzia, Laura e Francesco che fu Agostiniano e priore alla Trinità nel 1674 e 1688 e vicario nel 1693. Questo ramo si estinse con questi soggetti.
I figli di Cesare di Menicangelo furono un nuovo Menicangelo che fu speziale; Giuseppe anche lui attivo nel settore delle spezie: nel 1613 era deputato per l’Arte dell’agricoltura. Anche il fratello Tommaso fu attivo come speziale e nel 1638 era appaltatore dei macelli di Viterbo; nel 1632 era stato designato appaltatore della distribuzione del sale in Città per otto anni; nel 1637 era in una società di aromateria e drogheria; nel 1668 era Priore dell’Ospedale Grande di Viterbo. Aveva sposato Giulia Boschetti ed aveva avuto come figli Cristina, poi Giacomo (che si trasferì a Canepina dove rimasero i suoi discendenti), Domenico che fu affittuario nel 1681 della tenuta della Banditella in territorio di Tuscania mentre nel 1694 era l’appaltatore del macello; nel 1710 era tra i Conservatori del Comune di Viterbo, nel 1714 Governatore dell’Ospedale di S. Carlo. Egli fu il primo ad esibire il titolo di nobile viterbese dopo l’iscrizione all’Albo avvenuta nel 1700. Aveva sposato Rosa Polidori e da loro discesero Mariano che fu ecclesiastico e nel 1738 era canonico della Collegiata di Sant’Angelo in Spatha; un Domenico Angelo o Menicangelo fu religioso agostiniano con il nome di padre Egidio; Giulia e Cecilia che entrarono nel Monastero di Sant’Agostino; infine Margherita e Orsola che si sposarono fuori Viterbo.
Già sul finire del Seicento alcuni della famiglia Porticelli avevano trasferito la loro residenza a Roma. Avevano avuto casa di abitazione a San Faustino e sepolture sia nella chiesa della Trinità che in San Faustino.
BIBL. e FONTI – Archivio storico del Comune di Viterbo, Serie “Bandi ed editti”, Fld. 6,2, doc. 175; Fld. 14, doc. 87 e 287. N. Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo, 2003, pp. 425-427.
[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]