Rottoli, Ubaldo – Politico (Siderno, 6 lug. 1904 –  Roma, 10 lug. 1976)

Nato a Siderno il 6 luglio 1904 figlio di Giuseppe e di Aurelia Sorbara si era laureato in Giurisprudenza, era divenuto funzionario di banca. Aveva militato nel Partito nazionale fascista a Siena dove aveva avuto anche incarichi; aveva proseguito la sua carriera nel Partito fino a divenire deputato nella XXX legislatura (1939-1943). Nel 1942-1943 era stato Segretario Federale del Partito nazionale fascista a Cosenza (1942-1943) prima di arrivare a  Viterbo nel maggio 1943 sempre come Segretario Federale. Dopo l’8 settembre 1943 era divenuto Capo della provincia di Viterbo (di fatto era il Prefetto della Provincia) e Commissario del partito. Per decisione del Governo della Repubblica sociale italiana fu trasferito a Macerata dove arrivò a fine maggio 1944 rimanendovi meno di un mese; qui fu coinvolto nell’omicidio del Maggiore dei carabinieri Pasquale Infelisi per aver indicato alle truppe di occupazione tedesche dove potevano trovarlo: cosa che queste fecero e fucilarono l’Infelisi prima di lasciare Macerata. Dal processo seguito il Rottoli fu assolto perché si giudicò il fatto non sussistere, cioè il Rottoli non era responsabile dell’uccisione del maggiore Infelisi perché averlo denunciato ai tedeschi non equivaleva ad averlo voluto morto. Anche a Macerata continuò a rendersi responsabile di arresti e di violenze e fu accusato anche di peculato per aver sottratto alla agenzia della Banca d’Italia locale cinque milioni di lire che non si seppe mai che fine avessero fatto. Prima dell’arrivo degli Alleati si trasferì in Italia del nord seguendo la Repubblica sociale italiana; in quell’amministrazione divenne Ispettore dell’alimentazione con sede a Brescia e anche per questo subì un processo poi conclusosi con l’amnistia.

A Viterbo la sua amministrazione fu molto discussa sia dal Console Ennio Cavina sia da altri esponenti del fascismo locale. Con il Cavina e con i tedeschi occupanti si rese responsabile di arresti, di soprusi, di violenze. Dopo la guerra si rese irreperibile fintanto che i processi intentati contro di lui non si risolsero con l’assoluzione per il suo concorso in omicidio mentre vi fu l’amnistia per tutte le altre imputazioni. Dopo quegli anni si stabilì a Roma dove morì il 10 luglio 1976.

BIBL. – G. Fanti, L. Fanti, Storia dimenticate. Antifascismo, guerra e lotta partigiana nella provincia di Viterbo, Viterbo, 2020, passim;  G.B. Sguario, Viterbo durante il periodo della Repubblica di Salò, in “Biblioteca e società” Inserto n. 3 dell’anno XVI, 1997; http://dati.camera.it/ocd/deputato.rdf/dr11645_30, B. Barbini, A. Carosi, Viterbo e la Tuscia. Dall’istituzione della Provincia al decentramento regionale (1927-1970), Viterbo 1988, pp. 104-296; M.C. Bernardini, La classe dirigente negli anni del Fascismo. Il caso viterbese, Viterbo 2008, pp. 158, 204-206.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]