Chiesa parrocchiale di S. Girolamo a Castel Cellesi (Bagnoregio)
Intitolata a S. Girolamo per volontà del conte Girolamo Cellesi, la chiesa sorge nel 1664 quando il conte ottiene dal vescovo di Bagnoregio Vincenzo Candiotti la facoltà di erigerla con la promessa di assumere a suo carico la manutenzione dell’edificio, le spese di sacrestia e il pagamento dell’officiatura.
Nel 1668 la chiesa viene benedetta e aperta al culto. Resta una semplice cappella ad uso degli abitanti del Castello fino al 1701 quando viene elevata a parrocchia.
Dal XVIII secolo sono eletti parroci di S. Girolamo alcuni ex gesuiti (compagnia abolita da Clemente XIV) che realizzano lavori di ristrutturazione e ampliamento della casa canonica adiacente alla chiesa, erigono la cappellania della Confraternita del S. Sepolcro e amministrano la parrocchia fino al 1796 quando lasciano definitivamente Castel Cellesi.
Per secoli l’edificio non subisce rilevanti modifiche; unica innovazione apportata è l’altare del S. Rosario costruito prima del 1735, sul quale viere eretta una Confraternita omonima.
I primi interventi documentati sulla chiesa risalgono al 1796 quando il parroco pone la croce sul timpano della chiesa che ne era ancora sprovvisto, dona alla chiesa diverse reliquie di Santi, istituisce la Congregazione dell’Addolorata, fa fare una balaustra di legno e due quadri dal pittore Pietro Papini di Viterbo.
Nel 1816, per l’altare e l’immagine di S. Girolamo il vescovo dispone: “Mandavit refici Iconem S. Hieronymi, coronam inauratam, altare, gradus, et vulgo i stucchi …”.
Nel 1845 il tempio viene “abbellito” a cura del conte Filippo Cellesi.
Nel 1845 o nel 1858 sopra l’arco trionfale della chiesa è affissa una lapide che recita: “D. O. M. – In honorem S. Hieronymi S. E. Doctoris – Hanc sacram eadem – Comes Philippus Cini Patronus – in expolitiorem formam restituit – A. D. MDCCCLVIII” [In onore di S. Girolamo – Questa stessa sacra (chiesa) – il conte filippo Cini patrono – restituì in forma ripulita (abbellita) – nell’anno 1858]. L’epigrafe non dice quali abbellimenti fece realizzare il Conte: probabilmente si trattò di una semplice imbiancatura delle pareti.
Nel 1911 la chiesa è ridotta in uno stato di completo degrado e, pochi anni dopo, la visita pastorale riporta l’indicazione che la chiesa è toppo piccola in proporzione all’aumento della popolazione. “In generale la chiesa è mal tenuta, poco ornata, facilmente può essere aperta e quindi mal sicura”.
Nel 1937 la chiesa viene ripulita e abbellita. Le vecchie pale d’altare vengono rilegate sulla parete di fondo e sostituite con statue: l’Immacolata nel suo altare, il S. Cuore nell’altare del Rosario, S. Girolamo sull’altare maggiore, S. Antonio e S. Teresa del Bambino Gesù in nicchie fuori dagli altari. Lavori vengono fatti anche agli altari, all’abside, agli arredi sacri; l’intera chiesa viene ampliata.
Nel 1939 il quadro di S. Girolamo “già pala d’altare” è collocato in una parete della chiesa: “Nelle pareti sono tre quadri già pale d’altare: S. Girolamo, l’Immacolata e la Madonna del Rosario e sei statue: l’Assunta, l’Addolorata, l’Immacolata, il S. Cuore, S. Antonio da Padova e S. Teresa del Bambino Gesù. Sopra l’altare maggiore è la statua di S. Girolamo”.
Tra i parroci che vi hanno prestato sevizio si ricorda Ildebrando Cecchetti.
BIBL. e FONTI – Oscar Righi, Castel Cellesi e le sue chiese, 1939; Cedido, Archivio dell’antica diocesi di Bagnoregio, Archivio della Curia vescovile, serie Visite pastorali; Ivi, serie Amministrazione, Risposte alla visita pastorale del 1915.
[Scheda di Elisa Angelone – Cersal]