Spiriti – Famiglia (Viterbo, Secc. XIV-XVII)

Già presente a Viterbo nel secolo XIV fu inserito nell’Albo del patriziato nel 1403; la famiglia ha dato un contributo molto importante nella vita pubblica cittadina. Un Gregorio di Petruccio alias Spiriti nel 1414 era notaio e a lui si può attribuire il ruolo di capostipite; aveva sposato Perna e da questa unione discesero Giovanni (lanarolo e ministro dell’Arte), Nicola che fu notaio, Onofrio che fu uomo di lettere e nel 1452 recitò un’elegante orazione in occasione della venuta a Viterbo dell’imperatore Federico III; aveva sposato Argentina Nangeli e fu a capo di sommosse contro Guglielmo Gatti e si produssero scontri che causarono morti e feriti; Onofrio fu catturato, ferito, consegnato al Rettore che lo fece impiccare: era la mattina del 19 marzo 1456. Dal suo matrimonio erano nati Gregorio che fu pretore di Lucca e nel 1471 era affittuario della tenuta di Monte Razzano; Prospero si laureò in legge e poi fu arciprete della Cattedrale e Avvocato concistoriale; Andrea fu nel 1463 arciprete della Cattedrale di Viterbo e poi canonico della Basilica vaticana e Chierico di Camera (1463-1470); fu poi notaio della Curia romana e incaricato di missioni diplomatiche anche all’estero; nel 1494 fu Commissario generale delle truppe pontificie e a capo delle fortificazioni di Civitavecchia e di Tarquinia; nel 1502 sembrò tramontata la sua fortuna, fu arrestato e poi rilasciato per ordine di Alessandro VI. Altri figli di Onofrio furono Giovan Pietro, Giovan Battista che fu condottiero al servizio dell’imperatore Massimiliano che lo insignì del titolo di Cavaliere dello Speron d’oro. Da Giovan Battista nacque Cristoforo che nel 1503 era arciprete della Cattedrale di Viterbo e poi canonico di S. Maria Maggiore a Roma; fu in seguito Datario e poi Vescovo di Cesena che resse per molti anni e nel 1540 fu creato Patriarca di Gerusalemme. Altro figlio fu Ottaviano che fu uomo d’arme e raggiunse il grado di colonnello al servizio dell’imperatore Carlo V il quale lo creò Marchese di Mortara e aveva sposato Battistina Baglioni dei conti di Castel Piero. Nel 1528 come capo della fazione Gattesca aveva tentato di impadronirsi di Viterbo e, accusato di omicidio, fu condannato a morte e graziato per l’intervento di Carlo V. Era morto prima del 10 marzo 1553 quando gli eredi aprivano il testamento nel quale erano presenti molti lasciti ad istituzioni ecclesiastiche viterbesi. Altro figlio fu Bartolomeo, capitano delle milizie; nel 1554 era priore e conservatore nel Comune di Viterbo.

Da Ottaviano e Battistina Baglioni erano nati Francesca (che sposò il marchese Ludovico Chigi), Porzia che sposò il conte Gasparo Marsciano, Vincenzo che si dedicò all’esercizio delle armi e morì nel 1554 a seguito delle ferite riportate nella guerra contro Siena; altro figlio fu Giovan Battista che divenne arciprete della Cattedrale di Viterbo e aiutò successivamente lo zio Cristoforo del quale venne nominato a succedergli ma rinunciò per provvedere alla discendenza della famiglia; sposò Camilla Orsini dei conti di Pitigliano nel 1558; ebbe un solo figlio che morì giovane. La moglie aveva acquistato dal Comune di Viterbo l’antico centro termale del Bagno del Papa poi rivenduto dal figlio Ottaviano alla Comunità viterbese. Con lui era terminato un ramo della famiglia.

Il capitano Bartolomeo aveva sposato Erminia Nini avendo il figlio Spirito il quale nel 1559 era colonnello delle truppe pontificie; nel 1582 era priore del Comune mentre nel 1597 era allo stipendio di Giovan Francesco Aldobrandini; aveva sposato Porzia Turini ed ebbe due figli morti giovani e un figlio di Spirito che Porzia adottò, di nome Bartolomeo, come risulta da atti del 1616 e che si dedicò all’amministrazione dei beni della famiglia e morì a Civitavecchia nel 1644. Bartolomeo aveva sposato Flaminia Silveri e dei numerosi figli si ricordano Giovan Battista che fu ecclesiastico, Orazio che si trasferì a Roma, Erminia che sposò Sebastiano Gabrielli e Fulvia che sposò il medico Nicola Bucciotti. Gli ultimi atti redatti a Viterbo che riguardavano la famiglia sono della metà del XVII secolo perché dagli ultimi rappresentanti maschili non derivò discendenza. Altri rami della famiglia sono presenti sia a Cosenza che a Bologna ma non si conoscono i collegamenti con gli ascendenti viterbesi.

L’abitazione principale della famiglia era di fronte alla Cattedrale di S. Lorenzo a Viterbo e fu demolita per costruire un nuovo edificio che poi passò a Ludovico Marsciano nel 1577.

BIBL. – G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, vol. II, Parte Prima e Seconda, Viterbo, 1938-1940, ad Indicem; I. Ciampi, Cronache e statuti della Città di Viterbo, Bologna, A. Forni Editore, 1976, pp. 59-60, 102, 217, 245-247, 413, 429, 432-433; N. Angeli, Famiglie viterbesi. Stemmi e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo, 2003, pp. 501-506.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]