Stuart, Enrico Benedetto – Cardinale (Roma, 6 mar. 1725 – Frascati, 13 lug. 1807).
Era figlio di Giacomo III Stuart, nato dal matrimonio tra Giacomo II Stuart e Maria di Modena, una delle promotrici della fondazione dell’Ordine delle Orsoline; Giacomo III visse sempre in esilio. La madre era Maria Clementina Sobieski (m. 1735), nipote di Giovanni III, re di Polonia e figlia del principe Giacomo e della principessa Edvige Elisabetta Amalia; Giacomo Sobieski morì nel 1737 lasciando in eredità i suoi gioielli agli Stuart. Il matrimonio tra Giacomo e Clementina era stato celebrato a Montefiascone il 1° sett. 1719 dal vescovo monsignor Sebastiano Pompilio Bonaventura; una targa nella sala del palazzo episcopale e un’altra nella sagrestia della cattedrale ricordano l’evento. Il 31 dic. 1720 nacque il primogenito Carlo Edoardo (nominato reggente dal padre il 23 dic. 1743 e morto nel feb. 1788); il 6 marzo 1725 Enrico Benedetto Maria Clemente, che fu battezzato da Benedetto XIII e cui fu attribuito il titolo di duca di York, conservato per tutta la vita.
Enrico trascorse la sua infanzia ad Albano e nel palazzo romano del marchese Muti Papazzurri a piazza Ss. Apostoli. Appassionato di musica e letteratura, Enrico fu designato alla carriera ecclesiale dal padre, grazie ai consigli del cardinal Pierre Guérin de Tencin (1680-1758), abile politico e illustre membro del Sacro Collegio. Fu eletto cardinale nel concistoro segreto del 3 luglio 1747, dopo che il 30 giugno aveva ricevuto la tonsura da Benedetto XIV. Il 3 luglio fu inserito nel Sacro Collegio, con le prerogative spettanti al figlio di un re, e l’8 luglio gli fu conferita la diaconia di S. Maria in Portico in Campitelli per intercessione dei Chierici Regolari della Madre di Dio; il 1° sett. 1748 fu ordinato sacerdote e divenne arciprete della Basilica Vaticana. In esilio tra il febbr. 1798 e il 25 apr. 1800, a causa della Repubblica giacobina romana, tornò poi trionfalmente a Frascati. Il 15 dic. 1803, alla morte del cardinal Gianfranco Albani, divenne decano del Sacro Collegio, pertanto, il sett. 1803 gli fu assegnata la diocesi di Velletri, ma gli fu concessa l’autorizzazione da Pio vii a continuare a risiedere a Frascati.
Nell’ott. 1776 si recò nella cittadina di Vetralla, di cui il cardinale era protettore; le autorità comunali pensarono di apporre un’epigrafe celebrativa, ma la proposta non fu approvata. Enrico fu mecenate di numerose opere pubbliche a Frascati e nella diocesi: tra il 1772 e il 1773 ampliò il seminario, il 30 ott. 1775 acquistò una biblioteca e la accrebbe di numerosi libri, portandola il 3 dic. 1776 a una consistenza di 12.000 volumi; il 29 sett. 1784 completò inoltre la realizzazione di una tipografia nel seminario dotandola di vari caratteri tipografici. Istituì un censo perpetuo per la cattedrale, edificò la chiesa di S. Maria della Molara, elevata a parrocchia il 20 sett. 1765, costruì la chiesa della SS. Trinità sul Monte Albano, restaurò il palazzo vescovile, condusse a sue spese l’acqua, donata dal principe Paolo Borghese Aldobrandini nel 1769, nella cattedrale, nel seminario, nell’abitazione episcopale, e decorò la chiesa del seminario. A Velletri edificò un nuovo seminario per il soggiorno estivo degli studenti e si adoperò a favore di quello di S. Flavia Domitilla, fece delle preziose donazioni alla cattedrale locale.
Fu membro dell’Accademia dell’Arcadia per acclamazione, con il nome di Tamisio. Morì a Frascati, nella sala della Loggia del palazzo vescovile; il funerale fu celebrato nella chiesa di S. Andrea della Valle di Roma, alla presenza del papa, e il corpo venne sepolto nelle grotte della Basilica Vaticana, nella tomba creata da Antonio Canova per la famiglia Stuart. Nel palazzo comunale di Vetralla sono presenti un suo busto in marmo e un’iscrizione che lo ricorda. A lui sono dedicate numerose opere musicali: un componimento sacro eseguito a Civitavecchia il 28 apr. 1736, vari drammi per musica (1739, 1740, 1741 su libretto di Metastasio, 1742, 1743). Un suo ritratto, opera di Taddeo Kuntze, del 1772, è conservato nella sagrestia della cattedrale di Frascati.
BIBL. e FONTI – Arch. Cattedrale Frascati, Appunti, Diario del duca di York 1761-1803 (compilati dal canonico don Luigi Mancini, segretario del capitolo di Frascati). BAV, Arch. Barb., Indice 1, 1033 (Relazione trattamento con duchi e principi romani in occasione promozione alla S. Porpora, 3 luglio 1747, ff. 1-12;); Biglietto del principe di Piombino (maestro di camera del duca di York), 30 ott. 1747; Lettera Benedetto XIV, 9 febbr. 1749; Lettera Pio VI, 13 maggio 1796; Calderoni 1803; Felici 1807; Mastrofini 1807; Marocco, XIV, p. 175; Moroni, CIII, pp. 323-336; Bauco 1851,1; Atti 1868; Seghetti 1906, pp. 349-350; Scriattoli 1924, p 213; Montini 1955; Giorgetti Vichi 1977, pp. 240, 391; Razza 1977, pp. 355-356; Razza 1979, pp. 146-158; Devoti 1981; Bindelli 1982; Franchi 1994, pp. 11, 23, 87, 440, 676, 678.
[Scheda di Barbara Scanzani – Ibimus; riduzione di Luciano Osbat – Cersal]