Terchi – Famiglia (Secc. XVII-XIX)
Il capostipite è stato Bartolomeo, nato a Roma nel 1691 da Antonio che era originario di Firenze. Aveva cominciato a produrre vascelle a Roma, poi si era trasferito a San Quirico d’Orcia, poi a Siena e infine a Bassano Romano dove lavora per conto dei Giustiniani. Dopo un primo matrimonio, si era sposato nuovamente a S. Quirico con Caterina Landi e dal matrimonio erano nati Angela, Antonio Felice e Violante. Ritornato a Roma per qualche tempo dopo il contratto con i Giustiniani, prima del 1766 lo troviamo attivo a Viterbo con suo figlio Antonio Felice e i nipoti Filippo, Angelo Maria e Francesco. Morto Bartolomeo, nel 1767 i Terchi acquistano una fabbrica di maioliche vicino alla chiesa di Santa Maria della Carbonara e qui continuano a lavorare per trent’anni producendo sia oggetti di valenza artistica sia articoli ordinari e di uso comune. Un loro fratello, Pietro, avrà bottega di “maiolicaro” a Piazza Fontana Grande e saranno i due suoi figli, Antonio e Giuseppe, entrambi canonici della Cattedrale di Viterbo, gli ultimi Terchi presenti a Viterbo, morti rispettivamente nel 1855 e nel 1876.
BIBL. – N. Angeli, Dall’argilla al manufatto. Figuli, vasai, fornaciari e cave a Viterbo, Viterbo, 2021, pp. 49-52 e p. 122; E. Pelizzoni, G. Zanchi, La maiolica dei Terchi: una famiglia di vascellari romani nel ‘700 tra Lazio e impero austo-ungarico, Firenze 1982; S. Angeli, Non avere altro impiego e professione che quella di fabricatori di maioliche. Bartolomeo e Antonio Terchi e la ceramica viterbese del Settecento in “Vascellari. Rivista di storia della tradizione ceramica”, 2003, anno 1, n. 1, pp. 142-163.
[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]