Brugiotti – Famiglia (Viterbo, Secc. XVII-XX)

Una famiglia Brugiotti proveniva da Montefiascone e si era stabilita in Viterbo con Lorenzo, che era notaio, e suo fratello Giovan Battista. Da Lorenzo, morto nel 1759, e da Ortensia Pia Petti di Caprarola sono discesi Stefano che ha sposato Chiara Banconi, Vincenzo che ha sposato Angela Banconi e Domenico (1738-1822). Da Vincenzo e Angela era nato Lorenzo, perito agrimensore e possidente.

La più nota famiglia Brugiotti presente a Viterbo in età moderna era originaria di Vetralla ed era stata iscritta alla nobiltà viterbese nel 1647. Il trasferimento era avvenuto con Alessandro, figlio di Pietro, che aveva sposato Porzia Paoloni di Viterbo e, successivamente, nel 1615, in seconde nozze, Felice Spreca di Viterbo. Nel 1615 Alessandro era andato ad abitare nella parrocchia di San Faustino, nei pressi del ponte Tremoli. Egli ebbe per sé e suoi discendenti il giuspatronato della cappella dei SS. Innocenti nella chiesa dei santi Faustino e Giovita. Morì nel 1630. Lorenza Brugiotti, cugina di Alessandro, era andata sposa in seconde nozze a Giovan Giacomo Cordelli di Viterbo nel 1617 e se ne era separata cinque anni dopo.

Pietro, figlio di Alessandro, nel 1631 era uno dei governatori dell’Ospedale Grande degli Infermi di Viterbo. Aveva donato una casa con torre e un orto per la costruzione della chiesa e del convento dei santi Teresa e Giuseppe a Fontana Grande. In questa chiesa farà edificare una cappella intitolata ai santi Pietro e Paolo. Nell’agosto 1647 aveva acquistato a Viterbo un palazzo sito nell’attuale Via Cavour. Il palazzo fu acquistato dalle famiglie De Angelis e Messini, eredi di Cosimo Mussacchi, il quale lo aveva acquistato, a sua volta, da Girolamo Marozzi. La famiglia Brugiotti lo ristrutturò e ampliò dopo il 1647. Con l’estinzione della famiglia, nel XIX secolo, il palazzo passò di proprietà a Francesco Polidori, poi alla famiglia Pieri di Vetralla e infine all’imprenditore Alarico Piatti. Nel 1920 divenne la sede del Banco di Roma. Dal 1996 è la sede della Fondazione Carivit. Nel 1642 Pietro si era sposato con Livia Degli Arenghi, figlia di primo letto di Felice Spreca. Era morto nel 1658. Dei suoi figli Felice si sposò con il capitano Cherubino Frenfanelli di Cascia e in seconde nozze con il conte Girolamo Clementini di Roma. Porzia fu monaca nel Monastero di Sant’Agostino dove divenne priora nel 1704.

Alessandro, nato il 23 luglio 1632, fu iscritto nel 1647 alla nobiltà viterbese. Fu membro della magistratura viterbese; nel 1653 svolse l’incarico di tesoriere, carica che ricoprì anche nel 1662 e dal 1664 al 1671; nel 1660 e nel 1666 fu governatore dell’Ospedale Grande degli Infermi e fu doganiere generale della Provincia del Patrimonio (negli anni 1653, 1654, 1662, 1671). Nel luglio 1660 fece collocare i corpi dei santi Renato e Paolino nella cappella dei santi Pietro e Paolo nella chiesa dei Carmelitani scalzi. Nel 1678 era Conservatore del Comune di Viterbo e svolgeva l’incarico di Governatore dell’Oratorio di San Girolamo dei Sergenti. Nel 1671 Alessandro fondò con il sergente Girolamo Chivazzo una società per il commercio del ferro nella ferriera dell’Acquarossa e fu affittuario della tenuta della Pallanzana di pertinenza della mensa vescovile, secondo quanto riporta un documento dell’aprile 1672. Aveva sposato Artemisia Mansanti di Tuscania, la quale nel 1685 donò una casa a Viterbo, nei pressi di Santa Maria del Poggio, a Rosa Venerini, affinché iniziasse la sua opera educatrice. Morì il 30 settembre 1693.

Cesare Pio, figlio di Alessandro, sposò Vittoria Laziosi di Viterbo. Fu governatore di Casa Lante a Roma. Nel 1729 fu governatore dell’Ospedale Grande degli Infermi e nel 1740 ricoprì la carica di Conservatore del Comune di Viterbo. Nel 1749 fu ambasciatore presso il Vescovo di Viterbo, Adriano Sermattei. Morì il 19 febbraio 1753. Giuseppe, figlio di Cesare Pio, nacque il 12 maggio 1712 e sposò il 28 marzo 1745 la contessa Anna Ferretti di Ancona. Morì il 19 gennaio 1778. Suo fratello Pietro, nato nel 1708, dal 1752 al 1757 fu Conservatore dell’Ospedale Grande degli Infermi. Morì nel 1757. Alessandro, figlio di Giuseppe, nacque il 23 marzo 1748. Si laureò in legge, filosofia e teologia. Fu arciprete della Cattedrale di Viterbo e Cavaliere di Malta. Fu nominato canonico della Cattedrale e poi Vicario capitolare alla morte del vescovo Pastrovich. Egli curò il discorso solenne pronunciato in Cattedrale dal Vescovo Gallo in occasione del battesimo del moro Mustà di Oithman nell’agosto 1785. Era stato membro dell’Accademia dell’Arcadia, dell’Accademia degli Ardenti e degli Aborigeni, fu autore dell’oratorio Gionata (Viterbo, per il Poggiarelli, 1785) che fu eseguito in cattedrale nel marzo 1785 con musica di Enrico Cornet, Maestro della cappella della cattedrale. Morì il 2 luglio 1795.

Alla sua morte i suoi beni furono ereditati dalla sorella Vittoria, la quale il 12 dicembre 1781 aveva sposato il conte Gaspare Carpegna di Roma. Vittoria successivamente si trasferì a Roma e alienò progressivamente i beni della famiglia a Viterbo, imitata in questo dai figli e dai discendenti; morì il 13 dicembre 1822. Con Vittoria Brugiotti si estinse il ramo diretto della famiglia.

Una terza famiglia Brugiotti fa capo a Lorenzo di Pietro, nobile fiorentino emigrato a Soriano nel Cimino dove, nel 1635, agiva come agente e procuratore del duca di Altemps. Un notaio Lorenzo Ippolito, figlio di un altro Lorenzo Ippolito anche lui notaio, nel primo trentennio del Settecento si trasferì da Montefiascone a Viterbo dando luogo ad una discendenza di questa famiglia che dura sino ad oggi.

BIBL. – N. Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca, genealogie e stemmi, Viterbo, 2003, pp.70-74; G.Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa.1610-1944, vol 3, parte 2, Viterbo, 1969, pp. 38, 57, 125; A. Scriattoli. Viterbo nei suoi monumenti, Viterbo, 1988, pp. 97,174,175, 280; M. Signorelli. Le famiglie nobili viterbesi nella storia. Enciclopedia delle famiglie nobili ed illustri d’Italia. Regione Laziale, ed. a cura di V. Guelfi Camaini, Pubblicazioni dello Studio Araldico di Genova, Genova, 1968, pp.116,117; M. Galeotti. L’illustrissima città di Viterbo, Viterbo, 2002, pp.289, 422, 614, 680, 681, 721; “Biblioteca e società”, Anno IX, n. 3-4, p. 26, “Biblioteca e società”, Anno X,  n. 1-2, p. 22, “Biblioteca e società”, Anno XX, n. 3-4, p. 36.

[Scheda di Marina Bucchi – Ibimus; integrazioni di Isabella Lamantia-Cersal; revisione di Luciano Osbat – Cersal]