Bussi, Papirio – Militare (Viterbo, 1681 – Roma, 19 luglio 1766).

Figlio cadetto del conte Giulio e di Ce­cilia Maidalchini, fu cavaliere dell’Ordine di Malta (Roma 19 sett. 1698) giungendo in seguito al grado bali di grazia. Trascorse la vita come ufficiale della Marina Pontificia. Nel 1715, come capitano della galera S. Benedetto, prese parte alle azioni contro la flotta turca nel mar Ionio e contro navi corsare nel Tirreno. Al comando della galera S. Pio varata nel marzo 1716, vigilò le coste laziali e negli anni suc­cessivi nel quadro della guerra veneto-turca, agì in Grecia nella zona del capo Matapan e all’attacco contro Dulcigno in Dalmazia. Nel 1722 fu nomina­to comandante della flotta pontificia, incarico man­tenuto per trent’anni. Numerose negli anni succes­sivi furono le azioni compiute sotto il suo comando, lungo le coste e nei pressi delle isole tirreniche. Nel 1726 provvide al trasporto dell’ingente biblioteca del cardinal Fabbroni lasciata in eredità da quel por­porato alla città di Pistoia, il carico fu trasportato da Fiumicino a Livorno.

Un inopinato incidente si ebbe alcuni anni dopo nelle acque di Ischia e di Pozzuo­li, dove la squadra di B. si scontrò con navi napole­tane, scambiate per navi nemiche. B. intervenne energicamente ordinando l’immediato rientro delle galere pontificie nel porto di Nettuno (3 ago. 1737). Il riordinamento della squadra pontificia voluto da Benedetto XIV nel 1743, non comportò novità per B. che fu confermato comandante; fu varata a Civita­vecchia, in presenza del papa una nuova galera au­guralmente battezzata Benedetta. Avendo varcato i settanta anni di età, fu esonerato dal servizio attivo e nominato vice-castellano di Castel S. Angelo (sett. 1752). Dal 1735 era stato deputato amministratore della commenda dell’Ordine di Malta intitolata ai santi Giovanni e Vittore in Selva di Montefiascone; in seguito (1757) divenne commendatore di S. Ma­ria in Carbonara di Viterbo.

Nella Villa Bussi di Vi­terbo è conservato un suo ritratto opera del pittore Giuseppe Rusca, che lo raffigura al comando di una galera nel porto di Civitavecchia.

BIBL. – Valesio, VI, pp. 70-71; Bonazzi di Sannicandro 1897, I, ad nomen; Salvatore Bono in DBI, 15, p. 574; Faldi 1993 (con altra bibl.).

[Scheda di Saverio Franchi – Ibimus]