Cellesi, Camillo – Governatore (Pistoia, 15 nov. 1658 – 25 apr. 1717)

Discendente da una famiglia patrizia di Pistoia era imparentato con i Rospigliosi perché una Lucrezia Cellesi aveva sposato Girolamo Rospigliosi, fratello di papa Clemente IX. Era entrato in Prelatura come Referendario delle due Segnature intorno al 1687. Era stato Governatore di Todi nel 1686, poi di Città di Castello, di Jesi, di Camerino, di Fermo, di Civitavecchia nel 1701, di Marittima e Campagna nel 1703 e di Viterbo nel 1705. Era stato nominato Chierico di Camera nel 1712, Presidente delle Ripe nel 1714, Presidente delle strade nel 1715-1717. Era morto probabilmente a Roma il 25 aprile 1717.

Nel 1663 i Cellesi avevano acquistato una porzione del territorio di Castel di Piero (oggi S. Michele in Teverina) costruendovi la loro dimora e facendovi affluire famiglie al loro servizio: tutto ciò aveva  dato luogo alla formazione di un nuovo borgo che da loro avrebbe preso il nome di Castel Cellesi. Durante il suo governatorato di Viterbo si promossero processioni per ringraziare dello scampato pericolo per il terremoto che aveva spaventato la Città nel 1703 e successivamente. Si provvide alla realizzazione della pavimentazione di nuove strade dentro la Città con i lastroni prelevati dall’antica strada romana che passava a Ponte San Nicolao.

BIBL. e FONTI – Archivio storico comunale di Viterbo, Serie “Bandi ed editti”, Fld. 13 (1704-1711), passim. C. Weber, Legati e Governatori dello Stato pontificio (1550-1809), Roma 1994, pp. 433, 566;  F. Bussi, Istoria della città di Viterbo, Roma 1742, p. 393; G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, Volume terzo, Parte prima, Viterbo, 1964-1969, pp. 132-133.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]