CherofiniFamiglia (Viterbo, Vitorchiano, secc. XVI- XIX)

Sebbene la famiglia sia presente tra Vitorchiano e Viterbo fin dalla metà del XVI secolo, è solo nel 1726 che un Ranuccio di Sempronio ottiene l’aggregazione della famiglia alla nobiltà viterbese. Un Cosimo di Mario di Vitorchiano aveva fatto testamento nel 1529 lasciando eredi i suoi figli Angelo e Cherofino. Da quest’ultimo era nato un Cosimo che era tra i santesi del Monte di Pietà di Vitorchiano nel 1557. Da Cosimo e il fratello Teodoro ebbero origine due rami della famiglia con rappresentanti che si distinsero per meriti ecclesiastici, militari e amministrativi. Cosimo, che si era sposato con Angela Vecchioni, fu il primo ad assumere il cognome di Cherofini; nel 1573 aveva avuto in affitto due terzi della tenuta di Magugnano dal capitolo della Cattedrale di San Lorenzo. Un nipote di Teodoro, Francesco, si sposò con una cornetana e a Tarquinia trasferì la sua residenza e lì suo figlio Alfonso svolse il suo ufficio di notaio negli anni 1703-1722.

Il capitano Sempronio, figlio di Ranuccio e di Maddalena Vanciotti di Soriano, nel primo Settecento si trasferì a Viterbo andando ad abitare in un palazzo nella Via Nuova Farnesiana acquistato nel 1708 da Giovanna Rosa Fani Bonelli. Nel 1718 egli era a capo dell’amministrazione delle Poste nella Provincia del Patrimonio e subappaltatore della posta delle lettere e dei cavalli a Viterbo e luoghi vicini; nel 1729 aveva avuto nuovamente l’appalto per un altro novennio ma vi rinunciava a favore del socio Ottavio Antonio Vergari. Lo zio di Sempronio, Cherofino, progredì nella carriera ecclesiastica e fu canonico penitenziere della cattedrale di Viterbo, poi Vicario generale del vescovo di Viterbo nel 1705 e Internunzio della Santa Sede presso la Repubblica elvetica nel 1704; alla sua morte lasciò tutti i suoi beni a Sempronio dato che solo da lui sembrava potesse proseguire la discendenza della famiglia. Dei figli di Sempronio Alberto fu lui pure canonico della Cattedrale di Viterbo, Pietro fu canonico della Collegiata di Sant’Angelo in Spata, Ciro fu titolare di beneficio ecclesiastico sempre nella Cattedrale di San Lorenzo, Ranuccio infine nel 1729 faceva parte dei Conservatori di Viterbo. Dal matrimonio di Ranuccio con la nobile Francesca Gherardi di Roma nacque Sempronio che con testamento del 21 marzo 1778 aveva istituito erede dei suoi beni la sorella Vittoria Cherofini Lepri la quale, con atto rogato a Roma nel 1795, cedeva i beni in usufrutto alla sorella Maddalena moglie del conte Francesco Maffei, nobile di Cesena. I figli di Maddalena, nel 1798, decidevano di vendere tutti i loro beni dei beni di Soriano e di Viterbo compreso il palazzo nella Via Nuova Farnesiana, questa ceduta al colonnello Ignazio Especo y Vera. Nel 1806, Vittoria, ancora vivente, risultava proprietaria di un fondo nel territorio di Vetralla.

BIBL. – N. Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo 2002, pp. 134-136.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]