Lomellino d’Aragona, Giacomo – Nobile (Viterbo, 17 apr. 1820  –  Stazzano,  13 ott. 1876)

Era il sesto di nove figli di Alfonso d’Aragona (V.) e di Marianna Lomellino ed era nato a Viterbo il 17 aprile 1820; battezzato tre giorni dopo da Giovanni Battista Maria de Bonneval (V.) vescovo emerito di Senez (fuggito dalla Francia ai tempi della Rivoluzione e stabilitosi a Viterbo dove resterà sino alla morte). Era il primogenito maschio; dopo di lui erano nati il fratello Carlo (1823-1871) ed Odoardo (1828-1885), anche loro attivi durante il Risorgimento e fautori di un nuovo ordine di cose, e la sorella Maddalena..

Nel 1847 Giacomo era entrato nella milizia civica istituita da Pio IX  e nell’ottobre dello stesso anno aveva ottenuto il grado di capitano; nel dicembre del 1848 sarà tenente colonnello e comandante del battaglione di stanza a Viterbo. Il comando e il grado saranno confermati all’avvento della Repubblica romana. Avvenuta la restaurazione del governo pontificio sarà accusato per essersi esposto troppo a favore della Repubblica e per aver perseguitato alcuni personaggi di rilievo rimasti fedeli al papa. Sarà costretto a fuggire da Viterbo a fine gennaio 1850 e si rifugerà a Genova, allora territorio del Regno di Sardegna. Qui trova accoglienza tra i suoi parenti Lomellini, in particolare presso Bianca Lomellini vedova Bajlo che farà di Giacomo il suo erede. Inseritosi per questa via nell’ambiente genovese, conoscerà e sposerà il 4 settembre 1861  Caterina Gavotti figlia di Gerolamo (allora sindaco di Genova) e di Giovanna d’Aste: questo matrimonio  gli aprirà definitivamente le porte della buona società cittadina. A Genova dove risiederà dopo il matrimonio nasceranno le  figlie Anna, Giovanna e Alfonso, unico maschio però morto dopo appena tre anni. Tra il 1866 e il 1870 sarà sindaco di Voltri.. Il 18 maggio 1867 Caterina Gavotti si uccide. Dopo questo tragico fatto Giacomo con i figli si trasferisce prima in altra residenza a Genova e poi a Voltri dove resta fino al suo ritorno a Viterbo.

All’indomani dell’annessione del Lazio allo stato sabaudo Giacomo viene nominato Commissario del Comune di Viterbo del quale poi diventerà sindaco dal 22 ottobre 1872 all’autunno 1875. In quegli anni l’impegno dell’amministrazione sarà soprattutto per la realizzazione della ferrovia di congiunzione con Roma e con la linea Roma-Firenze oltre che nel settore dell’istruzione pubblica e dei lavori di  interesse collettivo come l’impianto di illuminazione a gas.

Terminata la sua esperienza amministrativa a Viterbo si ritirerà in Piemonte, a Stazzano, in una villa di proprietà e qui morirà il 13 ottobre 1876.

Maddalena (V.), figlia di Alfonso e la più giovane delle sorelle di Giacomo, aveva sposato Francesco Carnevalini di Gabriele, appartenente ad una distinta famiglia della borghesia cittadina, e sarà lei a comprare dalle figlie di Giacomo il Palazzo Lomellino d’Aragona sito nel centro storico di Viterbo.

Bibl.: M. Leali, A. Lercari, Giacomo Lomellino D’Aragona (1820-1876), Savona 2017; B. Di Porto, Il primo ventennio di Viterbo italiana, in “Annali della Libera Università della Tuscia”, a.a. 1972-1973, Anno IV, fasc. III-IV; N. Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo, 2003, pp. 279-280, 740.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]