Naro – Famiglia (Secc. XVI-XX)

Famiglia nobile romana, in origine della consorteria dei Crescenzi, con palazzo a S. Eustachio e cappella in S. Maria sopra Minerva intitolata a San Giovanni Battista. Nel Lazio ebbero il feudo di Mompeo, acquistato nel 1646 da Bernardino (1584-1671). Questi, figlio di Fabrizio, nel 1626 aveva ereditato dal padre le tenute Dragoncello (presso Ostia) e Petronella (presso l’odierna Pomezia) e il casale Capobianco sulla via Nomentana; nello stesso anno, sposando Lucrezia Machiavelli, parente dei Barberini, entrò nelle grazie di papa Urbano VIII e fu fatto capitano delle lance spezzate pontificie e vessillifero di S. Chiesa (1628). Il suo peso aumentò ancora quando suo fratello Gregorio fu fatto cardinale. Bernardino aggiunse ai beni familiari la tenuta di Pietralata sulla via Tiburtina e parte della tenuta di Torvergata sulla via Cassia. Nel 1646 il feudo di Mompeo, in Sabina, già possesso della famiglia Capponi, fu posto in vendita coatta in seguito alla liquidazione del Banco di quella famiglia; Bernardino lo acquistò ed ebbe su quello titolo di marchese. Nel palazzo baronale fece porre un’iscrizione onorifica in memoria di Urbano VIII; nella chiesa parrocchiale fece condurre a proprie spese lavori di restauro e di ampliamento (1662). Pur legato ai Barberini e politicamente francofilo (in gioventù era stato al servizio della corte francese), si mantenne in posizione d’onore durante il pontificato di Innocenzo X, del quale fu prefetto delle guardie a cavallo, ottenendo anche per due volte la carica di Conservatore del Comune di Roma.

Alla morte fu sepolto nella tomba di famiglia alla Minerva, ma un’urna con il suo cuore fu deposta nella parrocchiale di Mompeo. Suo successore come marchese di quella terra fu il figlio Fabrizio (1627-1697), prefetto delle armi pontificie sotto Clemente IX. Fece donazioni alla parrocchiale di Mompeo, dove seguendo l’esempio paterno fece deporre un’urna con il suo cuore (iscrizione ivi). Gli successe il figlio Giovanni Battista (1648-1721), che dal 22 ago. 1700 ottenne l’elevazione di Mompeo a principato. I N. ebbero anche in commenda la chiesa di S. Maria del Piano a Pozzaglia, che fecero più volte restaurare. Il 4 giugno 1770 il marchese Francesco (1750-1813) sposò Porzia Patrizi Montoro; in seguito a tali nozze, lo sposo assunse il cognome Patrizi, ereditando alla morte del suocero il patrimonio e i titoli di quella famiglia (comprensivi di quelli dei Montoro), che aggiunse ai propri. Nacque così la linea Patrizi Naro Montoro, tuttora fiorente; per essa, si rinvia alla voce Patrizi (v.). Per Mompeo il periodo di si­gnoria dei N. fu positivo, con rinnovamento urbanistico e abbellimento del borgo, rifacimento delle strade, costruzione della porta d’accesso, trasformazione del palazzo baronale, cui furono aggiunti gli affreschi delle sale e il bel giardino.

BIBL. – Amayden, II, pp. 108-109; Valesio, I, p. 27; Sperandio 1790, pp. 172,399; Marocco, II, pp. 76-78,166; Mancia 1902; Tomassetti, II, p. 26, V, pp. 250, 251, 253, 254, 490-491, VI, pp. 213-214, 542; Silvestrelli, p. 433; Raspini 1977; Weber 1994, pp. 797-798; Amadio 1997; Rendina 2004, p. 457.

[Scheda di Saverio Franchi – Ibimus]