Paradisi – Famiglia (Civita Castellana, secc. XVI-XIX)

Famiglia nobile presente a Frosinone, Civita Castellana e Castelnuovo di Porto, nota per alcuni personaggi dei secc. XVII e XVIII. Era originaria di Terni, dov’è attestata dal sec. XII e dove ebbe cap­pella gentilizia nella chiesa di S. Francesco, eretta dai fratelli Paolo e Angelo, capitani del popolo a Firenze nel 1333-1335; la cappella è decorata con affreschi di ispirazione dantesca di Bartolomeo di Tomaso (ca. 1440: il Paradiso, con riferimento al cognome dei committenti).

A Frosinone si stabilì un ramo dei P. dopo la guerra di Campagna (1557), ottenendo l’ascrizione al locale patriziato e il titolo comitale; nei P. di Frosinone si estinse nel 1839 la nobile famiglia Miconi; con titolo di conti e cognome Paradisi Miconi: sono tuttora fiorenti.

A Civita Castellana i P. figurano pure dal sec. XVI e fiorirono fino al XVIII, ma quel ramo è oggi estinto. Probabilmente derivati dai P. di Civita Castellana furono quelli di Nepi, attestati nei secc. XVII-XIX; alcuni di loro rivestirono incarichi civici. A Castelnuovo di Porto i P. sono attestati dall’inizio del Seicento, con palazzetto dirimpetto all’attuale chiesa parrocchiale e cappella gentilizia, decorata da una celebre tela attribuita fin dall’epoca ad Annibale Carracci; questa cappella fu privilegiata da Benedetto XIV il 24 marzo 1757 in favore del conte Giovanni Antonio patrizio frusinate e nobile romano.

I P. di Castelnuovo sono tuttora fiorenti e hanno dimora nella storica Osteria della Posta. Tra i personaggi laziali di questa famiglia vanno ricordati due cultori di poesia nati a Civita Castellana: Romolo (v.) e Giacomo Giuseppe, che nel 1712 fu ascritto all’Accademia d’Arcadia come Cremero Cineteo, ma poi ne fu espulso, probabilmente per esser passato agli scissionari Quirini, quindi riammesso nel 1726 con il nome modificato in Cremero Cratidico; di lui ci restano versi per le nozze di Valerio Santacroce, editi in una antologia arcadica (Raccolta di componimenti poetici, Roma 1726).

Pure di Civita Castellana era Filippo Gregorio, che in società con Giacomo Poggi, fu impresario del Teatro Valle di Roma negli anni 1755-1757, allestendovi con successo stagioni di commedie in prosa (soprattutto Goldoni) intramezzate da farsette in musica, su libretti di Goldoni e di altri e musica di Galuppi, Rinaldo di Capua e altri compositori del tempo.

Con il concorso di famiglie romane e frascatane faceva intanto costruire, sempre in società con Poggi, il primo teatro pubblico di Frascati (nel quartiere Spada, presso la Villa Patrizi), inaugurato il 21 maggio 1757 con il brillante dramma giocoso Le nozze (libretto di Goldoni, musica di Galuppi, prima rappr. Bologna 1755) che, in qualità di impresario, P. dedicò alla principessa Marianna Cybo Albani.

Dei P. di Frosinone si ricorda Isidoro, uomo colto ed esperto di diritto, che fu chiamato da Antonio Farnese, duca di Parma e Piacenza, nel suo Consiglio di Stato (1727-1731), del quale per breve tempo fu anche presidente. Il più noto dei P. di Castelnuovo di Porto fu Giuseppe, consigliere della corte imperiale napoleonica a Roma nei primi anni dell’Ottocento, ricordato da Stendhal.  Arme: d’azzurro al monte d’oro di tre cime movente dalla punta, accompagnato in capo da un sole raggiante, pure d’oro.

BIBL. – Giuseppe Del Pinto, «La Tribuna», Roma 19 sett. 1913; Spreti, V, p. 132; Vignolo 1943, p. 24; Esposito 1972, p. 275; Barbagallo 1975, p. 297; Giorgetti Vichi 1977, p. 68; Panepuccia – Clementi 1990, pp. 54-55, 77, 94, 163, 166; Sartori, n. 16672; Franchi 1997, p. LXXX.

[Scheda di Saverio Franchi  – Ibimus]