Riccioli – Famiglia (Viterbo, Secc. XV-XIX)

La famiglia, che fu aggregata alla nobiltà viterbese nel 1699, era originaria di Narni da dove si era trasferita a Canepina sul finire del XIV secolo e da qui a Viterbo nei primi decenni del secolo XVI. Agostino di Biagio nel 1562 sposò Luziana Labruzza, patrizia viterbese, sorella dell’architetto Camillo. Il loro figlio Giuseppe fu sarto e fu rettore e camerlengo di quell’Arte tra il 1597 e il 1598. Aveva sposato Laura Vinchioni da cui discesero Agostino che fu orefice e sposò Caterina Basili; Biagio che fu ecclesiastico e nel 1632 era canonico della collegiata di Sant’Angelo in Spatha a Viterbo; Luziana; Giovan Paolo; Giovan Domenico lui pure ecclesiastico e priore di Sant’Angelo in Spatha; Carlo che si laureò in legge e fu notaio tra il 1643 e il 1666. Aveva sposato Francesca Basili ed aveva avuto per figli Elisabetta (monaca al Monastero della Visitazione); Luziana anche lei monaca nello stesso Monastero; Giuseppe che si laureò in legge e fu Conte Palatino, Governatore di Onano e Proceno per la casa Sforza Cesarini di Santa Fiora; Giovan Paolo (v.) che si laureò in utroque iure e nel 1698 era Luogotenente generale del Governatore della Provincia del Patrimonio e nel 1700 tra i Conservatori del Comune di Viterbo.

Dal suo matrimonio con la nobile Faustina Maddalena Peroni nacque Carlo che divenne priore di Santa Maria Nuova nel 1725; Cesare che fu Conservatore del Comune di Viterbo nel 1717; Laura; Nicola che fu Conservatore nel 1747 e nel 1752 mentre nel 1751 era tra i Governatori dell’Ospedale Grande e alla metà del secolo risultava tra i proprietari terrieri che volgeva a pascolo i suoi terreni prima seminati. Aveva sposato Maria Anna Angelini da cui derivarono Caterina che divenne religiosa, Giovan Paolo che fu canonico e Prefetto della Cappella musicale della Cattedrale di Viterbo; Plautilla, Beatrice e Luisa che presero l’abito religioso; Carlo che nel 1780 era tra i conservatori del Comune di Viterbo; aveva sposato Rosa Savini avendone Maria Anna e Beatrice e con queste due donne avvenne l’estinzione della famiglia. Beatrice che aveva sposato Filippo Bertarelli, nel 1844 aveva acquistato una casa in Via Macel Maggiore, ancora oggi di proprietà degli eredi Bertarelli.

Avevano sepolcro prima alla Trinità e poi a Sant’Angelo in Spatha.

BIBL. e FONTI – Archivio storico del Comune di Viterbo, Serie “Bandi ed editti”, Fld. 16, doc. 376 e 396; Fld. 17, doc. 89. N. Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo, 2003, pp. 441-443.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]